Date: 2:42 PM 11/12/98 +0100

From: Sergio Briguglio

Subject: regolarizzazione

 

Cari amici,

vi mando la nota che ho inviato al Ministro (e al Ministero) dell'interno

sulla base delle osservazioni che mi avete inviato.

 

Finora ho ottenuto segnalazioni da Torino (non molte; tutti vivi lassu'?),

da Verona, da Trieste (puntualissime), da Lecce (non molte), da Prato

(alcuni giorni fa), da Roma. Devo assumere che per il resto stia andando

tutto bene? che siate affogati nelle richieste di aiuto presentate da

irregolari? o che siate impegnati nel torneo sociale del Club del Golf?

 

E le grandi associazioni nazionali (Comunita' di S. Egidio e Francesca

Coleti a parte)? e i sindacati? Possibile che su questo argomento debba

esprimersi solo un vescovo cretino (non sto parlando di me...)?

 

Raccomandazione: le associazioni nazionali provvedano costantemente a

informare la periferia delle procedure previste per la regolarizzazione e a

raccogliere le segnalazioni di difficolta' e abusi per portarle

all'attenzione del Governo. Dispostissimo a farlo direttamente se mi

passate gli indirizzi di e-mail.

 

Cordiali saluti

sergio briguglio

 

 

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ULTERIORI PROBLEMI RELATIVI ALL'APPLICAZIONE DEL DECRETO SULLA REGOLARIZZAZIONE

 

 

1) Anche a Verona, la Questura chiede, gia' all'atto della prenotazione,

elementi di prova sull'esistenza di un contratto di lavoro. Pare anche che

la stessa Questura consideri scadute le attestazioni di identita'

rilasciate dalle ambasciate in data non sufficientemente recente. Urge una

disposizione generale che eviti ovunque chiusure di questo genere.

 

 

2) Occorre specificare il tipo di regolarizzazione (lavoro autonomo o

subordinato) riservata a isoci di cooperative. Alla Questura di Trieste non

sanno come comportarsi e hanno presentato - pare - un quesito al Ministero

competente. Alla Questura di Torino sembra prevalere l'orientamento di

considerare i soci lavoratori (aspiranti tali, essendo irregolari) come

autonomi. La soluzione proposta e' stata quella di accettare come

documentazione lavorativa l'impegno del CdA della cooperativa ad accettare

l'interessato come socio lavoratore con la consueta "sola condizione

sospensiva" del buon esito della richiesta di regolarizzazione. Questa

soluzione potrebbe essere suggerita anche alle altre Questure, salvo che si

voglia indicare invece un piu' ampio spettro di soluzioni, con riferimento

agli specifici rapporti di lavoro.

 

Inoltre, sono previsti limiti al numero di soci che possono essere

regolarizzati da una cooperativa?

 

 

3) Occorrerebbe chiarire se gli stranieri che vivono di attivita'

artistiche (disciplinate separatamente dal Testo unico) possano usufruire

della regolarizzazione, e a quali condizioni. In alcune comunita' (ad

esempio, quella Latino-americana) vi sono molti casi di questo genere).

 

 

4) Urge chiarire che l'apertura di Partita IVA e la corrispondente

dichiarazione di inizio attivita' davanti all'Ufficio IVA sono da

considerarsi requisito sufficiente per la regoalrizzazione per lavoro

autonomo qualora non sia prevista l'iscrizione in albi o registri o il

rilascio di ulteriori autorizzazioni o licenze (art. 4 del decreto).

Segnalano dal Consolato dell'Equador come invece sia stato considerato

insufficiente tale requisito.

 

 

5) E' opportuno chiarire che il visto Schengen (o il timbro a data apposto

all'atto dell'attraversamento della frontiera esterna in paese diverso

dall'Italia) costituisce prova valida di presenza anteriore al 27 merzo

1998.

 

 

6) E' opportuno dare disposizioni affinche', salvo che esistano fondati

sospetti in relazione a traffici di dichiarazioni false, le attestazioni di

presenza fornite da associazioni tradizionalmente affidabili e da altri

servizi (ad esempio, scuole di lingua), siano considerate valide anche in

assenza di registri.