Date: 11:10 AM 11/17/98 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: regolarizzazione
Cari amici,
ecco il punto sul lavoro autonomo che vi avevo
promesso nel messaggio di
ieri. Vi invito a considerarlo con la massima
attenzione.
Allego, in coda al messaggio, la lettera che
ho mandato ieri alla
Jervolino. Ho avuto una risposta indiretta,
che definire "sibillina" e'
poco. Pero ora, sibillinamente, non aggiungo
altro.
Cordiali saluti
sergio briguglio
---------------------------------
1) Regolarizzazione per lavoro autonomo (I
parte).
Alcune attivita' non sono coperte da albo. In
questi casi le Camere di
commercio spesso non sanno come comportarsi
(nel senso che non ritengono
spetti loro il compito di rilasciare il nulla
osta). Il problema e' stato
gia' segnalato al Ministero dell'interno. In
attesa di ottenere una
soluzione di questi casi, la strada piu'
semplice sembra la seguente:
richiesta di nulla-osta per l'iscrizione
nell'albo delle imprese artigiane.
Non e' previsto infatti alcun requisito per
tale iscrizione. (Per la
precisione, il nulla-osta va richiesto - se
capisco bene il testo della
circolare del ministero dell'indistria che vi
invio in altro messaggio -
alla Commissione provinciale per l'artigianato).
Ottenuto il nulla-osta,
fermi restando gli altri requisiti, il
lavoratore straniero puo' ottenere
il permesso di soggiorno per lavoro autonomo.
A quel punto gli si offrono
due strade:
a) tornare alla Camera di commercio e
perfezionare l'iscrizione,
dimostrando di aver aperto la Partita IVA e -
mediante esibizione di
fatture rilasciate - di avere in corso
l'attivita' in questione. Se capisco
bene, in caso di svolgimento di attivita'
varie (giardiniere, scaricatore,
imbianchino, etc.) si tratta di dichiarare
come attivita' quella
prevalente. Sono previsti anche accertamenti
dell'effettivo svolgimento
dell'attivita' da parte dei vigili urbani; i
rischi connessi al mancato
accertamento (ad esempio, per l'impossibilita'
di mettersi in contatto con
lo straniero) sono evidenti. Il mantenimento
dell'iscrizione nell'albo
costa meno di duecentomila lire per anno; un
costo lo ha anche la tenuta
della Partita IVA. L'onere piu' consistente
pero' e' legato al fatto che
per tali attivita' i versamenti dovuti all'INPS
sono calcolati presumendo
un reddito di ventuno milioni l'anno;
ammontano cosi' a circa tre milioni e
mezzo l'anno (trecentomila al mese). L'aspetto
positivo, per come la vedo
io, e' che lo straniero che presta piccoli
servizi diventerebbe
protagonista della legalizzazione del proprio
lavoro (col rilascio della
fattura), con evidente vantaggio in sede di
dimostrazione di reddito ai
fini del rinnovo del permesso. E' chiaro che
questo corrisponderebbe ad
affrontare ulteriori oneri di natura fiscale,
ma sfido chiunque a
certificare la disponibilita' di un reddito
senza pagare le tasse.
b) avvalersi del disposto dell'art.6, comma 1,
del Testo unico ("Il
permesso di soggiorno rilasciato per motivi di
lavoro subordinato, lavoro
autonomo e familiari pu˜ essere utilizzato
anche per le altre attivitˆ
consentite.") e, in futuro, delle
disposizioni del Regolamento di
attuazione che disciplinano l'utilizzo e la
conversione del permesso (nella
bozza attualmente all'esame del Consiglio di
Stato, l'art. 13), per
iscriversi nelle liste di collocamento e
stipulare qualunque tipo di
rapporto di lavoro subordinato.
Non vi sfuggira' come, se il requisito
previsto dal decreto sulla
regolarizzazione in relazione al reddito
minimo (o alla garanzia di terzi)
da dimostrare per accedere al permesso di
soggiorno sara' rilassato, con
opportuna decisione politica, prevedendo la
possibilita' di
autocertificazione del reddito (come si puo'
documentare, se non con
autocertificazione, un reddito prodotto in
Italia da uno straniero
irregolare?), quella appena delineata
costituisce la via maestra per sanare
quanti non riescono a procurarsi un regolare
contratto di lavoro. E tutto
questo senza alterare di una virgola il
decreto!
Ieri sera ha avuto luogo, a Roma, un incontro
tra Questura e Camera di
commercio per definire le modalita' di
rilascio dei nulla-osta. Mi e' stato
comunicato che saranno aperti, a Roma, i
seguenti sportelli:
via Oceano Indiano 19
via Capitan Balastro 116
via dei Cessati Spiriti 8
e, in provincia, quelli di Civitavecchia e
Guidonia.
Inutile dirvi che, se verranno confermate le
indicazioni esposte in questo
messaggio, l'efficacia dell'operazione
dipendera' dalla nostra capacita' di
informare gli stranieri privi di contratto e
di convincere il resto della
societa' che non si tratta di una scappatoia,
ma della possibilita' di
legalizzazione di quello che e' il vero -
positivo - ruolo giocato dagli
immigrati nel mercato del lavoro.
Altrettanto inutile dirvi che altra condizione
necessaria perche' tutto
vada a buon fine e' che nessuno immagini che
allo straniero in possesso di
nulla-osta della Camera di commercio sia
rilasciato un permesso provvisorio
di breve durata da trasformare in permesso per
lavoro autonomo una volta
completati gli adempimenti dello scenario a)
sopra delineato. In questa
ipotesi, infatti, affonderebbe lo scenario b),
e l'incauto proponente di
una simile soluzione avrebbe sulla coscienza
duecentomila immigrati. A noi
non resterebbe che fornire ai duecentomila
immigrati l'indirizzo di casa
dell'incauto proponente...
Sottolineo, poi, come l'eventuale
individuazione di attivita' per le quali
il rilascio del nulla-osta sia altrettanto
facile e gli oneri previdenziali
siano piu' tollerabili farebbe confluire gli
scenari a) e b) in un unico -
felicissimo - scenario. Sono quindi benvenuti
suggerimenti.
Raccomando di fare un uso discreto del
contenuto di questo messaggio, per
il momento. Non mi perdonerei mai se
dall'informazione che vi fornisco
dovesse derivare un danno per gli immigrati
che aspettano di
regolarizzarsi. Mi hanno raccontato di un tale
che, vent'anni fa, fece
cattivo uso di una informazione simile. Pochi
giorni dopo vinse poi al
Superenalotto, ma, mentre andava a ritirare il
premio, perse la schedina.
Successivamente, fu lasciato dalla moglie, ma
non dalla suocera.
--------------------------
LETTERA ALLA JERVOLINO:
(...)
Uno dei problemi principali incontrato dagli
stranieri nel percorso di
regolarizzazione e' costituito dalla scarsa
disponibilita' dei datori di
lavoro a metterli in regola ovvero, per coloro
che vivono (lecitamente) di
prestazioni di servizio varie ed occasionali
(giardiniere, scaricatore,
etc.), dalla effettiva impossibilita' di
trovare un contratto di lavoro.
Fortunatamente il decreto-flussi prevede la
possibilita' di
regolarizzazione per lavoro autonomo. Questa
e' comunque condizionata al
possesso di diversi requisiti:
a) documentata presenza anteriore al 27/3/98;
b) disponibilita' di alloggio;
c) assenza di provvedimenti di espulsione a
carico (o revoca degli stessi
da parte del Prefetto);
d) nulla-osta dell'organo competente
all'iscrizione in albi o registri, o
al rilascio di autorizzazione o licenza, o
alla ricezione della
dichiarazione di inizio attivita';
e) disponibilita' di risorse adeguate per lo
svolgimento dell'attivita'
lavorativa;
f) disponibilita' di un reddito non inferiore
a quello previsto per
l'esenzione dal ticket (sedici milioni annui,
se non sbaglio).
I primi tre requisiti sono comuni alle altre
forme di regolarizzazione
(lavoro subordinato e famiglia); gli ultimi
tre sono specifici della
regolarizzazione per lavoro autonomo.
L'ottenimento del nulla-osta per l'iscrizione
in certi albi o registri
(es.: commercio) e' estremamente problematico,
giacche' tale iscrizione e'
condizionata a sua volta dal possesso di
requisiti molto stringenti
(documentazione dei titoli di studio,
superamento di corsi di
qualificazione, etc.).
Esistono pero' albi per i quali non sono
richiesti requisiti particolari.
Uno di questi e' l'albo delle imprese
artigiane. Le Camere di commercio (o,
se capisco bene, le Commissioni provinciali
per l'artigianato) non
dovrebbero avere alcuna difficolta' nel
rilasciare il suddetto nulla-osta.
Ottenuto il nulla-osta, fermi restando gli
altri requisiti, il lavoratore
straniero puo' ottenere il permesso di
soggiorno per lavoro autonomo. A
quel punto gli si offrono due strade:
1) perfezionare l'iscrizione all'albo,
dimostrando di aver aperto la
Partita IVA e - mediante esibizione di fatture
rilasciate - di avere in
corso l'attivita' in questione. L'onere piu'
rilevante, per lo straniero,
sarebbe legato al fatto che per tali attivita'
i versamenti dovuti all'INPS
sono calcolati presumendo un reddito di
ventuno milioni l'anno; ammontano
cosi' a circa tre milioni e mezzo l'anno
(trecentomila al mese).
Positivamente, pero', lo straniero che presta
piccoli servizi diventerebbe
protagonista della legalizzazione del proprio
lavoro (col rilascio della
fattura), con evidente vantaggio in sede di
dimostrazione di reddito ai
fini del rinnovo del permesso.
2) avvalersi del disposto dell'art.6, comma 1,
del Testo unico ("Il
permesso di soggiorno rilasciato per motivi di
lavoro subordinato, lavoro
autonomo e familiari pu˜ essere utilizzato
anche per le altre attivitˆ
consentite.") e, in futuro, delle
disposizioni del Regolamento di
attuazione che disciplinano l'utilizzo e la
conversione del permesso (nella
bozza attualmente all'esame del Consiglio di
Stato, l'art. 13), per
iscriversi nelle liste di collocamento e
stipulare qualunque tipo di
rapporto di lavoro subordinato.
E' da notare come, per le attivita' qui
esaminate, non sono quantificabili
le risorse necessarie (lettera e). Perche'
questa procedura (che - sia
chiaro - si muoverebbe all'interno del dettato
del decreto, e darebbe
adeguata risposta a un bacino di irregolarita'
certamente produttivo) vada
a buon fine, e' necessario che il Ministero
dell'interno intervenga con
opportune disposizioni atte a garantire che
i) sia ammessa autocertificazione del reddito
disponibile (come si puo'
documentare, se non con autocertificazione, un
reddito prodotto in Italia
da uno straniero irregolare?).
Perche' poi si mantenga valido lo scenario di
cui al punto 2) (iscrizione
nelle liste di collocamento), di rilievo per
lo straniero che non ce la
faccia a versare all'INPS trecento mila lire
al mese, deve essere chiaro che
ii) allo straniero che si regolarizza per
lavoro autonomo viene
immediatamente rilasciato un permesso della
durata di due anni (senza,
quindi, che si ipotizzi il rilascio di
permessi di breve durata da
prorogare a seguito della effettiva iscrizione
nell'albo).
Infine, perche' non sia inutilmente preclusa
la regolarizzazione (per
lavoro subordinato o autonomo, o per motivi di
famiglia) a stranieri che di
fatto posseggono i requisiti, e' necessario
che
iii) sia consentita l'autocertificazione della
disponibilita' di alloggio
(si tratta di un dato verificabile dalla
polizia);
iv) sia considerata valida la dichiarazione
delle associazioni "solide"
riguardo alla erogazione di servizi in data
anteriore al 27/3/1998;
v) sia data disposizione uniforme su tutto il
territorio nazionale per la
revoca d'ufficio delle espulsioni pregresse, previo
accertamento del
possesso degli altri requisiti per la
regolarizzazione, anche nei casi in
cui siano state irrogate in provincia diversa
da quella in cui si chiede la
regolarizzazione.
Un cenno di riscontro in merito a quanto
esposto e' indispensabile, anche
per evitare che si creino speranze infondate negli immigrati.