Date: 9:34 AM 11/25/98 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: legge immigrazione
Cari amici,
ricevo da Gianfranco Schiavone e trasmetto.
Cordiali saluti
sergio briguglio
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Caro Sergio, ti invio la seguente interessantissima ordinanza del Pretore
di Palermo che solleva tre eccezioni di costituzionalit avverso l'art, 11
l.40/98 (ora art. 13 TU 286/98) tutte riguardanti l'effettivit del
diritto alla Difesa da parte dello straniero colpito da provvedimento
amministrativo di espulsione. Considero
la cosa estremamente importante
perch finalmente sembra che si inizi a ragionare seriamente all'interno
della Magistratura sulla inefficacia
delle misure di tutela
giurisdizionale cui lo straniero espulso pu
ricorrere (insufficienza del
termine di cinque giorni per presentare il
ricorso dinnanzi al Pretore,
mancanza di effetto sospensivo, eccessiva
brevit del tempo, previsto in
dieci giorni, nel quale il Pretore chiamato
a decidere nel merito del
ricorso)
(...)
Il Pretore
letti gli atti dei giudizio n.6148/98 R,G.
promosso da Kyereh Kofi avverso
il decreto di espulsione emesso nei suoi
confronti dal Prefetto di Palermo
il 24.9.1998 e notificato allo stesso il
2.10.1998, osserva quanto segue:
con atto depositato in cancelleria il
7.10.1998 Kyereh Kofi, cittadino
extracomunitario nato a Berkum ( Ghana ) il
21.2.1966 proponeva ricorso
avverso il decreto di espulsione emesso dal
Prefetto di Palermo e fondava
lo stesso su due motivi; il primo motivo di
ricorso, afferente la regolare
sottoscrizione del decreto di espulsione da
parte dell'autorit decidente,
non veniva ritenuto fondato da questa
decidente; il secondo motivo di
ricorso pi propriamente un'eccezione
di incostituzionalit proposta
avverso 1'art. 11 L. 40/98 ora sostituito dall'art. 13 decreto legislativo
25.7.1998 n.286 ( c.d. Testo Unico delle disposizioni sullimmigrazione
)che ha in toto recepito la norma citata della L. 40/98. 5econdo la
prospettazione del ricorrente, il termine di
soli 5 giorni per presentare
il ricorso innanzi al Pretore talmente breve
da menomare il diritto di
difesa dell'extracomunitario colpito dal
decreto di espulsione. In
particolare si fa rilevare che cinque giorni
sono pochi per consentire a
uno straniero, che presumibilmente versa in
condizioni di disagio e
difficolt - economico ma anche sociale,
culturale - di approntare una
reazione efficace contro il provvedimento di
espu1sione, considerando anche
le
difficolt pratiche alle quali incorre chi intende adire un'autorit
giudiziaria. 1noltrc nell'ipotesi che qualora
lo straniero( nell'accezione
che ne d la normativa richiamata e cio extracomunitario o apolide)
decida di farsi assistere da un Procuratore, avendone la possibilit anche
economica (considerando le difficolt di accedere al patrocinio a
spese
dello Stato previsto dalla legge richiamata) la ristrettezza dei
termini
impedisce ovvero rende oltremodo difficoltosa 1'eventuale ricerca,
ana1isi
o indagine su altri possibili motivi di ricorso che richiedano
acquisizione di documentazione ( si pensi ad
esempio alla possibilit di
chiedere il permesso per motivi politici
adombrato dal Kyereh); allo
stesso modo la prospettiva per esempio del
ricongiungimento familiare
prevista dalla legge pu essere vanificata
dall'eventuale emissione del
decreto di espulsione e dalla conseguente
impossibilit di articolare una
difesa in attesa che l'iter burocratico per il
suddetto ricongiungimento
sia esaurito. L'odierno ricorrente, in
definitiva, anche se ha proposto
nei brevi termini il ricorso, ha per
lamentato le difficolt di
articolare una difesa completa e pi ampia
anche in termini di ulteriori
motivi da proporre. La predetta situazione, a
parere della difesa del
ricorrente, contrasta con la previsione
dell'art. 24 della Costituente che
attribuisce a tutti, e dunque non solo ai
cittadini italiani, il diritto
di agire a tutela di diritti o interessi
legittimi e 1'inviolabilit del
diritto di difesa. La norma va infatti
interpretata non solo nel senso di
consentire in astratto l'accesso alla
giurisdizione e alla relativa
tutela, ma anche nel senso di rendere in
concreto sempre possibile questo
accesso, anche permettendo a chi intende agire
di preparare nel miglior
modo possibile le difese a tutela della
proprie situazioni giuridiche
soggettive. L'art. 24 Cost. in sostanza
sancisce il diritto ad avere il
giusto
processo che non pu andare disgiunto all'effettivit della
difesa. Orbene non sembra sussistere questa
possibilit se, pur
riconoscendo allo straniero il diritto di
adire l'autorit giudiziaria
italiana, non lo si metta poi nelle condizioni
di meglio articolare le
proprie
difese in vista della tute1a delle proprie situazioni giuridiche
soggettive. Accanto a questa eccezione sollevata dal ricorrente,
sussistono altri profili di incostituzionalit della norma che, a
parere
di questo giudice, motivano la proposizione d'ufficio della
questione di
1egittimit costituzionale. In primo luogo, il termine breve di
dieci
giorni a decorrere dalla proposizione del ricorso, assegnato al Pretore
per decidere sullo stesso, pu significativamente menomare il diritto
di
difesa e il diritto al giusto processo. La brevit del termine per
decidere infatti, non consente al Pretore adito di svolgere, in
dipendenza
delle difese del ricorrente o d'ufficio, un'adeguata istruttoria ai
fini
della giusta decisione; si pensi al caso in cui si renda necessario
1'acquislzlone di documentazione o di informazioni presso una pubblica
amministrazione. Questo Pretore ritiene pertanto che la questione di
incostituzionalit sia rilevante rispetto
al caso in esame, e altres, non
manifestamente infondata.
Questo decidente ritiene di sollevare d'ufficio
ulteriore questione di
incostituzionalit, peraltro collegata con le
precedenti. Va rilevato che
n la normativa in esame, n altre
normative consentono al Pretore di
sospendere l'efficacia (ovvero l'esecuzione
o l'esecutivit) del decreto
di espulsione. In via generale si pu osservare che la mancanza della
previsione di un potere di sospensione
nuoce alla difesa del ricorrente e
al giusto processo: il Pretore infatti
dovendo decidere nei tempi brevi
gi esaminati, pu non essere, in grado di svolgere un'adeguata
istruttoria se questa comporti il superamento
dei termini, perch comunque
dopo quindici giorni dalla comunicazione
allo straniero il decreto di
espulsione pu essere posto in esecuz1one.
Ma questa preclusione risulta
particolarmente problematica proprio nel
caso all'esame di questo Pretore
che, proponendo alla Corte Costituzionale leccezione e la questione di
incostituzionalit, non pu pero, nelle more della decisione della
Corte
Costituzionale, sospendere l'efficacia del decreto di espulsione,
con il
conseguente rischio che pur in mancanza di una decisione nel merito,
il
decreto di espulsione contro l'odierno ricorrente venga comunque eseguito.
Di contro, la previsione di un potere di sospendere il decreto di
espulsione, o una previsione di carattere
generale che attribuisca al
Pretore di sospendere il provvedimento
amministrativo nelle more di un
ricorso di carattere giurisdizionale, sarebbe
necessaria; la sospensione
del provvedimento amministrativo(o della sua
esecutivit) nelle more del
giudizio innanzi all'autorit giudiziaria
costituisce una interferenza del
potere giudiziario nell'attivit
amministrativa ed evidentemente che
solo
una espressa previsione di legge pu
consentire. Questa mancata
previsione
comprime sia il diritto dl difesa sia il
diritto al giusto processo,
laddove rende inutile il ricorso allautorit
giudiziaria per opporsi al
decreto di espulsione e si rischia che il
decreto sia eseguito anche se il
Pretore non sia pervenuto al1a decisione nel
merito. Si deve dunque
ritenere che la questione di
incostituzionalit sia rilevante rispetto al
giudizio in corso c non manifestamente
infondata.
PQM
visto 1'art. 23 L 1l.3.1953 n. 87 rimette gli
atti del presente giudizio
alla Corte Costituzionale per la decisione
sulla legittimit
costituzionale dell'art. l3 del Decreto
Legis1aiivo 25.7.1998 n.286 commi
8,9 e
10, con riferimento all'art. 24 de1la Costituzione commi 1 e 2,
nella parte in cui:
1. fissa il termine di cinque giorni dalla
notifica del decreto di
espulsione dello straniero per la proposizione
del ricorso avverso il
predetto decreto innanzi al Pretore;
2. fissa il temine di dieci giorni dal
deposito del ricorso suddetto
per la decisione del Pretore su1 ricorso;
3. C) non prevede il potere del Pretore
decidente sul ricorso di
sospendere 1'efficacia ( l'esecutivit o
1'esecuzione ) del decreto di
espulsione impugnato. 4. 5.
6.
Dispone la sospensione del presente giudizio
sino all'esito della
decisione della Corte Costituzionale
sull'eccezione e sulla questione di
legittimit costituzionale suddetta; manda
alla Cancelleria di notificare
la presente ordinanza al ricorrente, alla Prefettura
di Palermo, nonch al
Presidente del Consiglio dei Ministri;
manda alla Cancelleria di provvedere altres
alla comunicazione della
presente ordinanza ai Presidenti della Camera
dei Deputati e al Presidente
del Senato.
Palermo 17.10.1998
Il Pretore