Date: 2:59 PM 1/19/99 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: posizione della Fondazione Migrantes
della CEI
Cari amici,
vi mando il testo di un articolo apparso su
"Migranti press".
Cordiali saluti
sergio briguglio
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IMMIGRATI: LA CHIESA NON PUO' NON PARLARE
Nei
giorni scorsi, quando a Milano la situazione era ancora
incandescente, la Migrantes, mentre esprimeva
consenso e solidariet ai
milanesi che reclamavano di poter vivere in
una citt vivibile, denunciava
con forza l'equivoco e la disonest di
identificare immigrazione e
delinquenza, di inquinare la lingua con parole
di odio e di infamia verso
gli immigrati, capri espiatori di turno, e di
cavalcare da parte di alcune
forze politiche questo cavallo furioso dello scontento
popolare con
evidenti strumentalizzazioni di parte.
Dopo
gli ultimi pronunciamenti di alcuni uomini politici e di
governo, lo stesso Mons. Alfredo Garsia,
Presidente della Migrantes e
della Commissione ecclesiale per le
migrazioni, a dichiarare senza mezzi
termini, facendosi interprete dei due
organismi da lui presieduti, che
certe prese di posizione, sia pure verbali,
sono stridenti non solo col
buon vivere civile ma con la verit stessa del
Vangelo.
Con
riferimento al tema dell'ultima Giornata Nazionale delle
Migrazioni, da Babele a Pentecoste, egli si
domanda se il cammino per
lasciare Babele alle spalle non stia
invertendo la rotta e la fatica per
incrinarne la solidit non mostri segni di
stanchezza e se non sia
giustificata la penosa impressione che si stia
lavorando per portarla pi
in alto. Il Presidente afferma:
"Se l'immigrazione, cos come oggi si
svolge, mette un primo e un secondo
piano a questa torre della confusione con la
quota di clandestini e la
frangia di criminalit che tutti deprechiamo
quali figlie illegittime
dell'immigrazione, ci sono fra i cittadini
italiani, i mass media e gli
stessi partiti quelli che si danno da
fare per costruirvi sopra un
grattacielo.
La
coscienza civile e cristiana non pu tacere di fronte a uomini
politici altolocati che gridano in piazza
"stop all'immigrazione! via da
noi la societ multietnica!" e a qualche
loro gregario che mostra voglia di
squadrismo e di bastoni, minacciando di
passare dalle parole ai fatti.
Spiace poi che a questa pericolosa
orchestrazione - proprio in un momento
in cui da invocare la massima coesione e
decisione operativa anche da
parte del Governo - un suo alto esponente, in
polemica con altri colleghi,
proponga di rivedere quella legge sull'immigrazione
che ai suoi primi
assaggi di applicazione, dando quasi
l'impressione di star dalla parte di
chi vuole il referendum abrogativo.
L'allarme
per il persistente flusso di clandestini giustificato
(ma il caso di ricordare, onde evitare
pericolose enfatizzazioni, che
negli ultimi mesi questo flusso ha assunto
maggiore spettacolarit, non
certo maggiore consistenza quantitativa che in
precedenza: si pensi non
solo ai grandi esodi dall'Albania, ma pure
alle silenziose infiltrazioni
attraverso i nostri aeroporti col semplice
visto turistico). Non va
rallentato l'impegno, e la conseguente
pressione sui Paesi vicini,
dell'Italia per bloccare o almeno per
contenere questo fenomeno, ma a una
duplice condizione. In primo luogo non vengano
chiamati clandestini i
disperati che fuggono dalle raffiche di mitra,
anzi si cominci ad attuare
proprio per loro il provvido articolo 20 della
nuova legge
sull'immigrazione che prevede "misure
straordinarie di accoglienza per
eventi eccezionali". In secondo luogo si
apra una via di ingresso legale a
mente del recente "documento
programmatico" triennale del Governo
sull'immigrazione: il gesto pi decisivo per
scoraggiare i fuggitivi a
mettersi in mano dei nuovi caronti con moglie,
figlie e borsa.
E inoltre, pi che ai nuovi tribuni della
plebe si dia retta al Governatore
della Banca d'Italia che proprio in questi
giorni da Milano, epicentro di
fermenti quasi insurrezionali, ha lanciato
agli italiani un messaggio
rassicurante, facendo del resto eco ad altre
voci altrettanto autorevoli:
"L'ingresso dei lavoratori stranieri deve
essere visto come una ricchezza,
specie in un Paese come il nostro dove
diminuisce il numero dei giovani.
Dobbiamo guardare all'immigrazione con spirito
costruttivo".
Piace
infine constatare che il Governatore dica parole di perfetta
consonanza con quelle del Presidente della
CEI, il Card. C. Ruini, nella
prolusione di ieri al Consiglio Permanente:
"Occorre essere consapevoli del
grande apporto positivo che pu e deve venire
alla societ italiana da
nuove energie umane, a condizioni che si
sappia procedere ad una loro
corretta ed integrale integrazione".
Certamente altri impegni nel contempo devono
scattare in vista soprattutto
di una maggiore integrazione lavorativa e
sociale degli immigrati come pure
di una maggiore sicurezza pubblica, ed anche a
questo fa riferimento la
prolusione del cardinale. Anche su questo
punto la nuova legge, prima di
essere messa da parte, va sperimentata con coerenza
e decisione,
consentendole di esprimere il meglio di s.
In
questi giorni si sono avanzate anche proposte degne di
considerazione, per esempio di rispondere
all'esigenza di protezione
umanitaria per i profughi dal Kossovo in
Albania non lontano dai loro
villaggi. Bene, ma perch questo onere
dovrebbe gravare solo sull'Italia?
Perch Europa e alleati, che sono sul punto di
intervenire con un
costosissimo anche se necessario intervento armato,
proprio in favore di
quella stessa gente non dovrebbe allestire un
qualche centro di raccolta al
sicuro, ma non lontano dalle loro frontiere,
cos che la fuga di questi
profughi non debba proseguire fino alle nostre
spiagge? L'Italia ha pi di
un titolo per alzare la voce.
Il
problema dunque complesso, non problema soltanto italiano,
certamente non lo si risolve con slogan
gridati in piazza. Da parte di
tutti c' da rimboccare le maniche.
(Da Migranti-press, nr. 4, 1999)