Date: 5:18 PM 3/5/99 +0100

From: Sergio Briguglio

Subject: gesuiti

 

Cari amici,

interrompo il mio e-silenzio inviandovi il testo di una dichiarazione,

rilasciata ieri all'ANSA, a commento dell'articolo sull'immigrazione che

apparira' sul prossimo numero di Civilta' Cattolica. Quando ero alunno dei

gesuiti (lo sono stato, includendo la permanenza in un collegio

universitario, dal 1963 al 1980) era in voga la massima secondo la quale

non si potesse essere simultaneamente

 

a) gesuiti

b) in buona fede

c) intelligenti

 

Non mi permetterei mai di mettere in dubbio la buona fede del gesuita che

ha scritto l'articolo in questione.

 

Cordiali saluti

sergio briguglio

 

 

p.s.: il mio e-silenzio e' motivato dall'aver preso atto del fatto che,

nelle ultime settimane, quanto richiesto al ministero dell'interno per mio

tramite riguardo alla regolarizzazione e' stato ignorato, e quanto

suggerito addirittura capovolto. Ho anche motivo di ritenere che la

formulazione, per e-mail, di critiche nei confronti di questo operato sia

considerata, dallo stesso ministero, un motivo per rafforzare questo

atteggiamento di chiusura. E' possibile che la mia valutazione sia

sbagliata, ma, pur avendoli richiesti piu' volte, non mi vengono dati

elementi per rivederla. In attesa che questa situazione si chiarisca (in un

senso o in quello opposto), raccomanderei a tutti coloro che sono piu'

diplomatici di me e non meno interessati al bene degli immigrati, di

 

a) fornire informazioni sull'andamento della regolarizzazione nelle diverse

regioni;

b) individuare gli eventuali abusi o gli atteggiamenti di chiusura da parte

delle autorita' competenti non motivati dal dettato della norma;

c) chiedere conto pubblicamente al governo e alla maggioranza di tali

atteggiamenti e abusi.

 

 

 

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DICHIARAZIONE ALL'ANSA

 

Le affermazioni contenute nell'articolo di Civilta' Cattolica non si

discostano da quelle, superficiali e inutili, che caratterizzano la maggior

parte dei dibattiti sull'immigrazione. Si sente dire, da destra e da

sinistra, "accogliamo bene gli immigrati regolari e contrastiamo con

severita' l'immigrazione clandestina"; nessuno pero' si preoccupa di vedere

se ai potenziali migranti viene offerta una qualche possibilita', sia pure

contenuta, di essere regolari. Fino ad oggi si e' preteso che il lavoratore

straniero entrasse in Italia con una preventiva chiamata da parte di un

datore di lavoro mai incontrato in precedenza. E' ovvio che una condizione

di questo genere non puo' essere soddisfatta da nessuno. Questa e' la

principale causa della formazione di bacini di irregolarita' in Italia: gli

immigrati sono venuti infatti, come hanno potuto, per cercare sul posto un

datore di lavoro. I piu' fortunati hanno poi beneficiato di sanatorie. La

nuova legge presenta una grande innovazione (che consentirebbe all'Italia

di essere realmente all'avanguardia in Europa): il Governo puo' infatti

ammettere, con la programmazione annuale, quote di immigrati per ricerca di

lavoro (senza cioe' che vi sia una chiamata preventiva), sulla base della

anzianita' di iscrizione in liste di prenotazione da istituirsi nei

consolati italiani. Si tratta di istituire subito le liste ed ammettere,

gia' da quest'anno, questi flussi per ricerca di lavoro. Si puo' pensare

senza timore a una quota di centomila lavoratori per anno. Pensare

all'inasprimento delle norme sulle espulsioni prima di aver creato

possibilita' di immigrazione legale e' come dimenticare di vendere i

biglietti di Roma-Lazio e mandare la polizia in assetto di guerra per

contrastare i tifosi che entrano nello stadio scavalcando i cancelli.