Date: 2:26 PM 4/23/99 +0200

From: Sergio Briguglio

Subject: caritas in albania

 

Cari amici,

ricevo da Betta Margonari (da Tirana) e trasmetto.

Cordiali saluti

sergio briguglio

 

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Questo il materiale distribuito alla conferenza stampa organizzata questa

mattina qui a Tirana dalla Caritas Albanese e dalla Caritas Italiana.

 

Erano presenti

- testate italiane: ANSA, AVVENIRE, LA STAMPA, TG5, TELENORBA, RADIO VATICANA;

- testate albanesi: RADIO TIRANA, GAZETA SHERULLI, KOHA EDITORE, TV

SHQIPTAR, TV KLAN;

- testate estere: UNITED DUTCH NEWSPAPERS (Olanda), TVE (Spagna).

 

 

buon lavoro a tutti, Elisabetta Margonari e Mario Ragazzi

(cell.00355 38 2027986 tel.00355 42 28626)

 

 

P.S. vi mandiamo questo messaggio da un indirizzo e mail in prestito

perche' quello definitivo (emergenza.kosovo@caritasitaliana.it) ha ancora

dei problemi, si spera provvederemo presto.....

 

 

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CONFERENZA STAMPA

Venerd 23 aprile 1999 - ore 10.00

c/o Caritas Albania, Rruga don Bosko, Tirana

 

 

 

La "costellazione" Caritas dell'accoglienza

 

 

 

Gli interventi della Caritas albanese per la promozione umana,

i numeri dell'assistenza ad oltre 16.000 profughi del Kosovo,

la presenza e la collaborazione della Caritas italiana e

delle altre Caritas impegnate nell'accoglienza dei rifugiati

 

 

sono illustrati alla stampa da:

 

 

l'Arcivescovo Mons. Rrok Mirdita

 presidente della Caritas Albania

 

Don Segundo Tejado

direttore della Caritas Albania

 

Silvio Tessari

Caritas Italiana

 

 

Per informazioni: Ufficio stampa Caritas, tel. 038-2027986

 

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EMERGENZA KOSOVO 1999

 

CONFERENZA STAMPA: LA "COSTELLAZIONE" CARITAS DELL'ACCOGLIENZA - Tirana, 23

aprile 1999

 

 

La Caritas italiana per la CRISI KOSOVO

 

Il programma Crisi del Kosovo si inserisce all'interno dell'attivit

complessiva della Caritas Italiana nell'area dei balcani che vede programmi

in corso in Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Federazione Jugoslava

Serbo-Montenegrina, Macedonia e Albania.

 

 

ALBANIA

 

La crisi nella regione del Kosovo, iniziata nella sua parte violenta a

partire dal Febbraio/Marzo 1998 ha costretto la Caritas Albania a

richiedere a Caritas Italiana un supplemento di aiuto a partire dall'agosto

scorso. Caritas Italiana ha risposto mettendo a disposizione contributi

finanziari ed operatori. Con tale rafforzamento Caritas Albania ha potuto

aprire a Scutari un centro di accoglienza, Arre & Madhe, e dare sostegno a

tutte le Caritas diocesane e realt parrocchiali che accoglievano profughi

nel suo territorio.

Lo scoppio della guerra (il 24 marzo 1999) ha costretto la Caritas Albania

a rivedere totalmente tutta la sua programmazione che, pur mantenendo

validi gli obiettivi anche per i diversi settori d'intervento gi avviati,

ha richiesto un immediato potenziamento del "settore emergenza".

Mezzi economici e apposite risorse umane sono stati richiesti da Caritas

Albania alla Caritas Italiana e alla Rete di Caritas Internationalis

tramite apposito appello (SOA), per il quale Caritas Italiana riveste un

ruolo di collegamento e orientamento delle Caritas nazionali del mondo.

 

La filosofia di intervento negli aiuti:

La logica di intervento basata sull'aiuto mirato alle persone laddove si

trovano e laddove riescono a trovare rifugio, non necessariamente in

"campi" organizzati. Si adotta il concetto di Aree di Accoglienza nelle

quali si attivano tutte le iniziative secondo le necessit e secondo le

possibilit degli operatori della Chiesa locale.

La precariet delle situazioni, delle presenze dei profughi fa prediligere

l'intervento il pi flessibile possibile per essere pronti a identificare

nuove necessit secondo il variare delle condizioni e del numero dei

profughi.

C' la necessit di pensare a tempi lunghi, ad una presenza Caritas che

dall'aiuto d'urgenza attuale passi ad un sostegno e un accompagnamento

nella vita quotidiana dei profughi fino all'auspicabile rientro.

 

Operativamente:

Invii di beni: la Caritas Italiana ha ribadito la linea di non procedere a

raccolte ed invio di beni in forma disordinata, ma di procedere solo ad

assemblare, materiali effettivamente richiesti dall'Albania. La Caritas

Italiana stata ed in grado di fornire indicazioni precise.

Tra il 1 e il  22 aprile sono stati inviati alla Caritas Albania 60 carichi

di aiuti (generi alimentari, detergenti, cibo per bambini, biancheria

intima, materassi e coperte, ecc.) per un valore complessivo di 2 miliardi

di lire.

Per quanto riguarda i medicinali, vista la delicatezza del prodotto, la

Caritas Italiana sta provvedendo all'acquisto e invio di quanto di volta in

volta richiesto da Caritas Albania che in grado di utilizzare, senza

sprechi, i medicinali grazie alla sua rete di centri sanitari gestiti dalle

congregazioni. Caritas Italiana pu offrire alle diocesi interessate la

lista dei medicinali in acquisto e il loro valore, cos da rendere mirata

la raccolta fondi.

Per quanto riguarda la possibilita' di sviluppo di gemellaggi 43 realta'

diocesane italiana hanno gia' inviato aiuti e sono disponibili a

coordinarsi su progetti.

La Conferenza episcopale italiana (CEI) ha inoltre stanziato altri 2

miliardi di lire per aiuti da inviare attraverso la Caritas.

 

 

MACEDONIA

La Caritas Italiana vicina alla Chiesa della Federazione, con azioni

concrete, a partire dal 1996, focalizzandosi su progetti di riabilitazione

in favore delle minoranze etniche.

Rispetto alla crisi attuale il tipo di intervento di Caritas Italiana in

fase di studio, si sta comunque supportando il programma di aiuto d'urgenza

ai rifugiati del Kosovo predisposto dalla Caritas Macedonia e dal Catholic

Relief Service degli Stati Uniti, lanciato tramite Caritas Internationalis.

 

 

 

FEDERAZIONE JUGOSLAVA SERBO-MONTENEGRINA

La Caritas Italiana vicina alla Chiesa della Federazione, con azioni

concrete, a partire dal 1991 con invio di aiuti d'urgenza, supporto a

progetti di riabilitazione e sviluppo implementati dalla Caritas

Jugoslavia, tramite le Caritas diocesane, in particolare in favore degli

anziani e dei malati di mente. Tutti i progetti sono stati implementati in

tutte le aree della Federazione: Voivodina, Serbia, Kosovo e Montenegro.

 

Operativamente:

Si fornito un contributo finanziario all'appello della Caritas Jugoslavia

tramite Caritas Internationalis per un programma di aiuto d'urgenza agli

sfollati kosovari in Montenegro. Il programma direttamente gestito dalla

Caritas diocesana di Bar coadiuvata dalla Caritas Jugoslavia.

 

Quello che era il progetto di assistenza domiciliare agli anziani in

diverse citt si trasformato in aiuto d'urgenza mirato alla popolazione

anziana.

 

Sono in fase di studio interventi a favore degli sfollati in Serbia da

realizzarsi con la Caritas Jugoslavia.

 

Caritas Italiana sta allestendo, anche in collaborazione con alcune Caritas

diocesane, spedizioni di beni di prima necessit in tutte le regioni della

Federazione.

 

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EMERGENZA KOSOVO 1999

 

CONFERENZA STAMPA: LA "COSTELLAZIONE" CARITAS DELL'ACCOGLIENZA - Tirana, 23

aprile 1999

 

 

L'impegno della Caritas Italiana in Albania

 

La Caritas Italiana e' presente in Albania dal 1991 sostenendo e

accompagnando l'azione della Caritas Albanese.

 

Questo impegno si e' concretizzato in azioni dirette (anche attraverso la

progettazione e la realizzazione di iniziative Echo finanziate dalla

Comunita' Europea), gemellaggi tra diocesi italiane e albanesi, aiuti

logistici ed economici alla Caritas Albanese.

 

Data  la vicinanza geografica tra i due paesi, durante il susseguirsi delle

crisi che hanno attraversato l'Albania, la Caritas italiana e' stata

particolarmente coinvolto nell'aiuto alla sua sorella albanese, ed e'

diventata  "liason agency" (agenzia di collegamento) per il network delle

diverse Caritas nazionali che hanno operato in questi anni nel paese.

 

Ma la vicinanza si e' tradotta anche in interventi di interventi di singole

realta' della chiesa italiana (parrocchie, gruppi, Caritas locali).

Rapporti solidali e gemellaggi hanno sviluppato una molteplicita' di

iniziative progetti (quali programmi di formazione e aggiornamento per gli

insegnanti in interi distretti o l'apertura di scuole per logopedisti e

fisioterapisti o gli scambi tra gruppi giovanili) che, per la grande

varieta', e' difficile quantificare.

 

Lo stile che ha caratterizzato l'insieme delle azioni e' stato ed e' ancora

oggi in questo difficile momento con la guerra nel Kosovo e l'arrivo delle

migliaia di profughi in Albania, quello della condivisione e del cammino

comune, intervenendo sempre con azioni concordate e progettate insieme.

 

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Progetto Echo sanita '

Iniziato nel maggio 1998 e terminato nel novembre 1998.

Il progetto ha operato in diversi centri sanitari gia' presenti in Albania

con la ristrutturazione dei reparti maternita', l'invio di apparecchiature

(incubatrici, sterilizzatori, umidificatori, ecc.), l'invio di medicinali e

materiale sanitario.

Per  quanto riguarda in particolare la ristrutturazione dei reparti

maternita' sono stati realizzati interventi a Bajeram Curri (Tropoje),

Rreshen (Mirdita), Shijak (Durazzo)e Manza (Durazzo), proprio durante la

prima fase dell'emergenza profughi.

Inoltre sono stati realizzati corsi di formazione professionale per il

personale sanitario con la collaborazione dei medici della "Maternita' 2"

di Tirana  .

 

Progetti Echo minori

Il primo e' stato iniziato nel maggio 1998 e finito nel novembre '98, il

secondo e' iniziato nel marzo 1999 e la fine e' prevista per l'agosto 1999,

con una continuita' dell'intervento.

Si tratta di due progetti di socializzazione per minori dai 3 ai 14 anni.

Su tutto il territorio dell'Albania, con la collaborazione della rete della

chiesa locale, sono state realizzate iniziative con 35 gruppi di minori

coinvolgendo complessivamente circa 800 bambini e bambine.

I progetti realizzano attivita' di doposcuola, animazione garantendo anche

un pasto al giorno. In alcune localita' vengono realizzate attivita' con

minori disabili.

 

 

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EMERGENZA KOSOVO 1999

 

CONFERENZA STAMPA: LA "COSTELLAZIONE" CARITAS DELL'ACCOGLIENZA - Tirana, 23

aprile 1999

 

 

La Caritas Albania nell'emergenza profughi

 

L'Albania conosce i primi arrivi di profughi dal Kosovo a partire dal

giugno 1998. In meno di due mesi 18mila persone fuggono dai villaggi della

fascia di confine in cui le forze di sicurezza serbe stavano facendo terra

bruciata: per la prima volta dal '91 il Paese si trova ad accogliere dei

profughi.

 

La Caritas imposta da subito la sua azione di soccorso ai profughi

orientandola alla promozione umana e allo sviluppo locale, tenendo quindi

conto anche delle esigenze della poverissima popolazione albanese che si

trova a "ricevere" i profughi.

 

Le espressioni pi visibili dell'accoglienza dei profughi nel '98 sono a

Fierze, dove le suore francescane ospitano 150 persone in una zona con

forti problemi di sicurezza, e a Scutari, dove nell'agosto 98 viene

inaugurato il primo centro di accoglienza per profughi particolarmente

vulnerabili. Il centro di "Arra e Madhe" (un edificio per 300 persone,

ristrutturato appositamente) rimane per molti mesi l'unica struttura in

tutta l'Albania specificamente creata per l'accoglienza dei profughi.

Inoltre, i 42 ambulatori Caritas, presenti su tutto il territorio a partire

dal 1992, estendono il loro servizio ai profughi del Kosovo.

 

Alla fine di marzo '99, le forze di sicurezza serbe scatenano la pulizia

etnica di massa in Kosovo. Fedele alla sua presenza accanto alla gente, la

Caritas albanese e i pi di 200 missionari si mobilitano insieme alle

comunit cristiane locali, per il soccorso dei profughi.

Attraverso l'ospitalit diretta, la gestione di centri di accoglienza in

edifici pubblici, il sostegno diretto alle famiglie ospitanti, sono ormai

pi di 15mila i rifugiati che ricevono aiuto in modo diretto e continuativo.

Inoltre, sono almeno altri 15mila i rifugiati che ricevono da Caritas un

sostegno attraverso la distribuzione di cibo e altri beni, l'assistenza

sanitaria negli ambulatori, il miglioramento degli alloggi fatiscenti in

cui si trovano.

 

Si forma cos una "costellazione" di almeno 50 "aree di accoglienza" che

vanno dalla casa parrocchiale o il convitto messi totalmente a disposizione

dei rifugiati, a palestre, cinema, vecchi magazzini statali in cui

religiosi e volontari portano cibo, coperte, medicinali e calore umano.

 

Nell'area nevralgica di Kukes, padre Antonio Sciarra organizza

un'assistenza di strada per la primissima urgenza. Un gruppo di 30

volontari, italiani e albanesi, offrono latte e cibo caldo, teli di

plastica per ripararsi dalla pioggia, coperte, attenzione e ascolto, ai

rifugiati che arrivano stremati dopo le vessazioni e l'interminabile coda

oltre confine. I volontari Caritas organizzano nel campo degli "italiani"

una scuola con maestri kosovari per 100 bambini e altri momenti di

animazione. Hanno inoltre attivato un servizio sanitario coinvolgendo i

medici kosovari. Tutti i giorni, alle 19, cristiani e musulmani si

riuniscono per un momento di preghiera comune, leggono la Bibbia e il

Corano, con canti e letture tratte dalle due tradizioni sorelle.

 

Gli uffici di Tirana della Caritas Albania sono nel frattempo impegnati in

un grande sforzo logistico nello sdoganamento, stoccaggio e distribuzione

degli aiuti provenienti dalle Caritas nazionali e diocesane di diversi

paesi europei, in particolare dall'Italia. Dal 1 al 22 aprile sono stati

sdoganati: 132 autoarticolati, 15 furgoni, 9 cargo aerei. Dove possibile,

gli aiuti vengono comprati direttamente sul mercato locale.