Date: 9:16 AM 11/2/99 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: programmazione dei flussi
Cari amici,
vi mando una nota su alcuni punti di rilievo
in vista della definizione del
decreto flussi per il 2000.
Assumo - e auspico - che si voglia
effettivamente avviare la politica di
ingressi per inserimento nel mercato del
lavoro (anche sulla base di quanto
previsto dal comma 4 dell'articolo 23 del
Testo unico riguardo alla
possibilita' di ingresso senza sponsor). Non
affronto invece, se non
marginalmente, in questa sede, il problema
(non meno importante) della
conclusione della sanatoria.
Cordiali saluti
sergio briguglio
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1) Non conviene tentare di programmare quote
distinte per qualifiche e
mansioni, ma solo una quota complessiva (che
includa tutti gli ingressi:
per chiamata nominativa o numerica da parte di
un datore di lavoro, per
sponsorizzazione, per ricerca di lavoro senza
sponsorizzazione), con
l'indicazione aggiuntiva del tetto massimo di
ingressi senza
sponsorizzazione che possono essere
autorizzati. Un eventuale eccesso di
sponsorizzazioni o di chiamate da parte di
datori di lavoro dovrebbe
permettere di superare la quota complessiva.
2) Trascorsi i sessanta giorni
dalll'emanazione del decreto, dovrebbero
essere ammessi, eventualmente scaglionati nel
tempo, ingressi per ricerca
di lavoro senza sponsor, in numero pari alla
quota massima programmata "per
ricerca di lavoro senza sponsor" decurtata
del numero di sponsorizzazioni
gia' presentate.
3) Le liste di prenotazione potrebbero essere
gestite in modo da non
distinguere tra quelle facoltative (articolo
21) e quelle obbligatorie
(articolo 23). Nell'ipotesi - tutt'altro che
remota - di non riuscire a far
tenere le liste in tutti i paesi, dovrebbe
essere considerata anche la
possibilita' di iscriversi per posta in una
lista tenuta, in Italia, presso
il Ministero del lavoro o il Ministero degli
affari esteri. In caso
contrario, i potenziali migranti dei paesi
dove non si riesca ad istituire
la lista pagherebbero ritardi di cui non hanno
responsabilita' o
finirebbero per percorrere le usuali vie
illegali.
4) Eventuali quote preferenziali per paesi che
abbiano stipulato intese non
dovrebbero, in mancanza di utilizzazione,
precludere ingressi con
provenienza diversa.
5) Le chiamate nominative e le garanzie
nominative dovrebbero poter
riguardare anche soggetti non iscritti nelle
liste.
6) Quale via di uscita per l'irregolarita'
pregressa, si potrebbe pensare
(con un po' di audacia) al decreto di
programmazione come ad uno strumento
che autorizza l'ingresso e/o il soggiorno,
facendo confluire nella lista di
prenotazione presso il ministero (vedi punto
3) le istanze di
regolarizzazione cui, "per mancanza di
prove", non si e' potuta dare
risposta positiva.
7) Il numero di ingressi per inserimento nel
mercato del lavoro dovrebbe
essere ragionevolmente alto: non bisognerebbe,
cioe', aver eccessivo timore
nel fissare una quota di circa centomila
ingressi in un anno.
8) Il decreto sui flussi deve fissare anche le
quote ammesse per lavoro
autonomo e, in particolare, quelle ammesse per
l'iscrizione negli albi
professionali e per lo svolgimento delle
professioni. La quota di ingressi
per lavoro autonomo dovrebbe essere fissata in
modo ampio (ad esempio: la
meta' di quella per inserimento nel mercato
del lavoro), per la ragione
seguente. Tra le attivita' di lavoro autonomo
rientrano tutte quelle
corrispondenti alla prestazione saltuaria di
servizi (lavoro in proprio
come giardiniere, muratore, imbianchino,
etc.). Si tratta di una
possibilita' significativa di inserimento in
attivita' produttive. Il Testo
unico (art. 5, comma 9) e il Regolamento (art.
39) rendono possibile la
stabilizzazione per lavoro autonomo - anche in
mancanza, cioe', di un
contratto di lavoro subordinato - del
soggiorno di chi sia entrato per
inserimento nel mercato del lavoro, nei limiti
delle quote di ingressi per
lavoro autonomo fissate dal decreto di
programmazione. La fissazione di una
quota sufficientemente ampia e l'adozione -
con circolare - di una prassi
in base alla quale la verifica della
disponibilita' di reddito sia rinviata
alla fase di rinnovo del permesso per lavoro
autonomo consentirebbe cosi'
ad una pecentuale rilevante di immigrati in
cerca di lavoro di pervenire ad
un inserimento relativamente stabile.
9) La quota fissata in relazione allo
svolgimento di professioni dovrebbe
essere fissata in modo tale da non precluderlo
a chi si sia laureato in
Italia negli ultimi anni.
10) Dovrebbe infine essere chiarito, con
circolare, che la possibilita' di
iscrizione nelle liste di collocamento, per un ulteriore anno, del
lavoratore licenziato o dimesso si applica
anche, alla conclusione del
rapporto di lavoro, al lavoratore che abbia
stipulato un contratto di
lavoro a tempo determinato, allo scopo di
evitare che la conclusione del
rapporto coincida con la conclusione del soggiorno autorizzato.