Date: 10:22 AM 3/10/00 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: la riforma del Testo unico e il mio
prato
Cari amici,
come forse saprete, e' prevedibile che, in
tempi non molto lunghi, vengano
discusse, in Commissione affari costituzionali
alcune proposte di riforma
del Testo unico sull'immigrazione, presentate
da Lega Nord e Polo.
Sono convinto (e non sono il solo, ovviamente)
che in tale occasione non
possano mancare, nella discussione, proposte
capaci di rappresentare il
punto di vista delle associazioni e dei
sindacati.
Ritengo che le modifiche del Testo unico
debbano riguardare per un verso i
punti che, anche all'interno della filosofia
di fondo della legge, hanno
mostrato precisi limiti, per un altro verso
proprio l'impostazione di fondo.
Riguardo ai primi, vi risegnalo un
pro-memoria, alla pagina
http://briguglio.frascati.enea.it/immigrazione-e-asilo/2000/febbraio/
sulle principali carenze nell'applicazione del
Testo unico. Credo possa
giovarsi di ulteriori vostri contributi.
Riguardo alle modifiche di fondo, fermo
restando che gode dipiena dignita'
la discussione che in questi mesi si e'
sviluppata sulla questione dei
Centri di permanenza temporanea, da piu' parti
(ad esempio durante il
convegno organizzato a Roma, da ARCI e ASGI,
la settimana scorsa) e' stata
sollevata la proposta di introdurre meccanismi
di "regolarizzazione a
regime". Tali meccanismi dovrebbero
prevedere la possibilita', per lo
straniero privo di permesso di soggiorno, di
ottenerne uno a fronte della
maturazione, in qualunque momento (in questo
senso la regolarizzazione e'
"a regime"), di determinati
requisiti relativi alla qualita' del suo
inserimento sociale.
Un precedente - se vogliamo - e' stato
stabilito di recente, con il
rilascio di un permesso di soggiorno per
motivi umanitari (convertibile, ad
esempio, in permesso per lavoro autonomo
nell'ambito delle quote
programmate) al gruppo di lavoratori
clandestini di Lucca.
Personalmente ritengo (ma e' un'opinione allo
stato embrionale) che la
maturazione - con i requisiti - di un diritto
di soggiorno vanifichi
l'impostazione della programmazione di quote
di ingresso. Lo straniero che
si attenesse a tale programmazione, restando
nel proprio paese, magari
iscritto in una lista basata sull'anzianita'
di iscrizione, in attesa di
una chiamata o di una sponsorizzazione,
sarebbe penalizzato rispetto a chi
tenti comunque la sorte di un ingresso
clandestino con la prospettiva di
una futura regolarizzazione.
Questo non significa che non possa trattarsi di
un meccanismo intelligente:
sarebbe anzi un avvicinamento alla liberta' di
circolazione, che vedo come
punto di arrivo di tutte le azioni in favore
dell'immigrazione. Tuttavia,
sarebbe un passo in contraddizione con la
filosofia della programmazione,
che solo oggi si sta tentando di attuare.
Sarebbe come tentennare a lungo
tra vacanze al mare o in montagna, decidersi
finalmente per il mare e
comprare i dopo-sci.
Naturalmente, vedrei bene, invece, il fatto
che, discrezionalmente,
l'amministrazione possa astenersi
dall'allontanamento, sulla base delle
effettive condizioni di inserimento sociale
dello straniero. Non si
tratterebbe pero' di un automatismo.
A sostegno della proposta di regolarizzazione
a regime viene spesso
menzionato il fatto che una disposizione del
genere si trovi nella appena
varata legge spagnola (che potete trovare alla
stessa pagina web). Mi
sembra che cosi' non sia - per quanto mi
consenta di capire la mia
padronanza dello spagnolo. Tuttavia, grazie
proprio a una cattiva
comprensione della legge, mi si e' prospettato
un diverso meccanismo, su
cui voglio attirare la vostra pregiata
attenzione (parlo ormai come un
estensore di circolari ministeriali - potenza
della frequentazione di
Frisullo!).
Il meccanismo consiste nella possibilita' di
trasformare un permesso per
soggiorno di breve durata in un permesso di
lunga durata, a valle di un
certo numero di proroghe del primo. Per essere
piu' precisi, l'ingresso
finalizzato al soggiorno di breve durata
dovrebbe prescindere da
programmazioni e da quote, e sarebbe
consentito o negato solo sulla base
della dimostrazione di disponibilita' di mezzi
sufficienti per mantenersi
per un periodo di tre mesi. Alla scadenza dei
tre mesi, sarebbe possibile
ottenere la proroga del permesso a fronte
della dimostrazione di una
rinnovata disponibilita' di mezzi. Sarebbe
allo stesso tempo consentito
allo straniero - ed e' qui la novita' - di
intraprendere attvita'
lavorativa in forma autonoma (i piccoli
servizi che farebbero felice il
prato che assedia casa mia, oggetto, fino ad
oggi, delle svogliate
attenzioni di finte giardiniere e di
masnadieri autentici). Allo straniero
che in tal modo, di proroga in proroga, riesca
a prolungare il suo
soggiorno oltre una certa durata (ad esempio,
un anno, o un anno e mezzo),
sarebbe rilasciato un permesso per lavoro
fuori-quota, senza che siano
imposti ulteriori requisiti. Fino a quel
momento, invece, la conversione
del permesso di breve durata in un permesso
per lavoro dovrebbe essere
consentita solo entro le quote e in mancanza
di stranieri prenotati
disposti a fare ingresso in Italia.
Una previsione del genere non e' lontanissima
dalla normativa attuale. Il
permesso di breve durata puo', sulla base
dell'articolo 39, comma 7, del
Regolamento, essere convertito in uno (per
lavoro autonomo) di lunga
durata. Tuttavia, le disposizioni in vigore
prevedono la dimostrazione di
requisiti di reddito piu' pesanti (essendo
calcolati su base annua), non
consentono la conversione in un permesso per
lavoro subordinato (salvo che
si adotti una interpretazione ampia - e
intelligente - dell'articolo 5,
comma 9, del Testo Unico), non permettono lo
svolgimento di attivita'
lavorativa in mancanza del permesso di lunga
durata.
Uno dei pregi della modifica qui proposta e'
che non introdurrebbe
incentivazioni dell'ingresso clandestino, ne'
destabilizzazioni del sistema
delle quote e delle liste. Darebbe pero', allo
stesso tempo, spazio ai
lavoratori piu' intraprendenti, che potrebbero
"sperimentare" l'inserimento
nel nostro mercato del lavoro.
Meditate, gente, meditate. O era "chi
beve birra campa cent'anni"?
Cordiali saluti
sergio briguglio