Date: 9:48 AM 5/31/00 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: messaggi vari
Cari amici,
vi giro alcuni messaggi arrivati da vari
"sportelli" e "osservatori".
Il primo, da Lecce, contiene informazioni su
assegni familiari e pensione
sociale e mi rafforza nella stima per Nadia ed
Elisabetta.
Altri due fanno parte di un breve scambio tra
Gigi Perrone (sempre da
Lecce) e me, e contengono alcune proposte di
lavoro sull'immigrazione.
Gli ultimi due riprendono la questione
austriaco-polacca segnalata da Napoli.
Cordiali saluti
sergio briguglio
-----------
From: "Nadia Fresco"
<nfresco@tin.it>
To: "Sergio Briguglio"
<briguglio@frascati.enea.it>
Subject: R: alcune domande
Date: Tue, 30 May 2000 16:57:20 +0200
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X-MSMail-Priority: Normal
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V5.00.2314.1300
Caro Sergio,
un po' di tempo fa ti avevamo chiesto alcune
informazioni in merito agli
assegni familiari e alla pensione sociale,
ricordi? Nel frattempo abbiamo
fatto un po' di ricerche fra comuni e
patronati, cos come ci avevi
suggerito. Abbiamo scoperto che:
1) Per gli assegni familiari - la domanda era:
bisogna lavorare un numero
minimo di ore per avere diritto agli assegni
familiari? - ci stato detto
che se si tratta di collaboratrici domestiche
"la contribuzione sar piena
nel caso in cui lavorino 24 ore settimanali,
calcolata in percentuale se le
ore lavorate sono di meno. Il datore di lavoro
utilizzer degli appositi
bollettini, da ritirare all'Ufficio di
collocamento, per versare l'importo
dovuto alla lavoratrice" (INAS). Se
invece si tratta di lavoro dipendente di
altro tipo, "l'importo degli assegni non
varia con il variare delle ore di
lavoro. In questo caso il lavoratore dovr
fare richiesta di assegni
familiari alla ditta per cui lavora
utilizzando apposito stampato da
ritirare presso l'INPS" (EPACA).
2) Pensione sociale. La domanda in questo caso
era: uscita una circolare
in merito alla possibilit che cittadini
immigrati con pi di 65 anni,
regolarmente soggiornanti non per motivi di
lavoro, possano richiedere una
qualche forma di pensione? Abbiamo chiesto ai
Servizi Sociali al Comune di
Lecce e in uno dei Comuni della provincia; in
entrambi ci stato detto che
non sapevano nulla di una nuova circolare, ma
che queste forme di sostegno
sono sempre state date: per ottenerle
sufficiente fare una richiesta al
Comune di residenza (non ci hanno saputo dire,
per che tipo di trafila sia
necessario affrontare per ottenerle).
Ci avevi chiesto di farti sapere: questo
quello che ci stato detto. Non
sappiamo, poi, fino a che punto i fatti
corrispondano alle parole dette e
scritte.
Un'ultima cosa: quando vuoi venire a Lecce,
non necessariamente per lavoro,
sappi che a noi farebbe solo piacere! O tu non
ti non fermi mai?
Un abbraccio
Nadia ed Elisabetta
------------------
>Caro Gigi,
>per il momento resisto all'idea di cercare
casa sull'Aventino, anche
>perche' costano un accidente.
>
>Quanto ad altre idee, forse hai visto il
messaggio sulle possibili
>modifiche della politica degli accessi al
lavoro che ho mandato un paio di
>settimane fa, stimolato da Enrico
Pugliese. E' il mio contributo alla
>discussione. Saro' felice se seguira' un
dibattito o se arriveranno
>contributi complementari.
>
>Un'altra idea che mi piacerebbe proporre
e' l'istituzionalizzazione di una
>sorta di "difensore civico nazionale
per lo straniero". La cosa potrebbe
>funzionare in forma di sportello
informatico centralizzato, al quale far
>pervenire segnalazioni o questioni sul
rapporto straniero-Amministrazione.
>Lo sportello dovrebbe risolvere le
questioni che trovano gia' adeguata
>risposta nella normativa, e stimolare un
intervento dell'Amministrazione
>laddove vi siano invece abusi o vuoti
normativi. Un po' quello che si era
>cominciato a fare, informalmente, con il
tandem Maritati-Ferraiolo. Lo
>stesso Maritati, da senatore, potrebbe
giocare un ruolo sperimentale (con
>presentazione di interrogazioni al
governo), finche' i tempi non sono
>maturi per una vera e propria
istituzionalizzazione. Il vostro Osservatorio
>di Lecce, con i ragazzi bravissimi che vi
lavorano, sarebbe un
>interlocutore ideale, dalla periferia,
dello sportello, con un'azione di
>filtro e di trasmissione rispetto ai
problemi che sorgono.
>
>Fammi sapere che cosa ne pensate.
>
>Ciao
>sergio
From: "gigiperrone"
<gigiperrone@tin.it>
To: "Sergio Briguglio"
<briguglio@frascati.enea.it>
Subject: R: Maritati
Date: Wed, 31 May 2000 09:37:09 +0200
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X-Priority: 3
X-MSMail-Priority: Normal
X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE
V4.72.3110.3
Caro Sergio,
intanto prendo atto che dobbiamo alla rendita
urbana la certezza di averti
tra noi, quando si dice non tutti i mali....
Rispetto alla tua idea sul "difensore
civico nazionale per lo straniero",
per fare un passo oltre.. Ci sono una seri e
di "sportelli per gli
immigrati" sparsi per l'Italia (purtroppo
quasi sempre gestiti in nome di,
nella speranza che un d non molto lontano i
nostri amici immigrarti
divengano maggiorenni), non si potrebbe
iniziare con il fare un "libro
bianco" - sfruttando le reti gi
esistenti - delle carenze e inadempienze
burocratico-amministrative?
E sempre sulla stessa scia: perch non
chiedere e muoversi ch le "Consulte
regionali" e i "Consigli
territoriali" tra i loro compiti prioritari abbiano
quelli di elaborare (rilevandoli dalle diverse
fonti) dati regionali e
provinciali sull'immigrazione, tenendo
presente che il primo dei pregiudizi
che continua a funzionare, sulla base della
disinformazione, rimane quello
dell'"invasione"? L dove ci siano
organismi in grado di farlo (Universit,
Osservatori, ecc.) si tratterebbe solo di un
minimo di organizzazione e
coordinamento, altrimenti si provvede - se proprio
non si trova altro -
ricorrendo ad altre situazioni pi attrezzate.
E' una scommessa che si
innesca tra citt, province e regione... Una
operazione che creerebbe rete e
collegamenti ad ora inessitenti, magari con un
nuovo ruolo dell'Ufficio
statistico della Caritas. Dei rapporti comunali, provinciali e
regionali
farbbero uscire la tematica immigrazione dalle
secche della marginalit e
della eterna difesa... Inoltre su questa
semplice idea si potrebbero
coinvolgere soggetti politici dei diversi territori,
a iniziare da Maritati
che - grazie alla sua esperienza di
sottosegretario - potrebbe assumere un
ruolo di tutto rispetto in queste iniziative.
Non ne ho parlato con lui,ma
non il tipo che si scoraggia, anzi.
Da approfondire? Spero di si.
Un abbraccio
gigi
------------
>Date: Wed, 31 May 2000 19:01:59 +0200
>From: FKST <fkst@caritas.bz.it>
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>MIME-Version: 1.0
>To: Sergio Briguglio
<briguglio@frascati.enea.it>
>Subject: Re: da napoli
>
>Caro Sergio, sono Marco Bertan,
responsabile settore profughi ed immigrati
>della
>Caritas Diocesana Bolzano-Bressanone.
>Nel caso segnalato da Donatella non ho
capito bene alcuni punti. Sarebbe
>possibile precisare meglio:
>chi ha comminato la multa (pol. italiana o
austriaca)
>il pullman andava da.... a..... ed ancora, in che localit sono stati
>fermati??
>Se, come sembra a prima vista, a fermare
il pullman stato un agente
>austriaco,
>devo dire, purtroppo, che casi simili ci
sono gi stati segnalati; anche il
>fatto della contravvenzione non ci
nuovo.
>Attendo precisazioni.
>Ciao
>Marco B.
>
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From: "Punto Informa"
<puntoinforma@provincia.brescia.it>
To: "Sergio Briguglio"
<briguglio@frascati.enea.it>
Subject: R: da napoli
Date: Tue, 30 May 2000 17:34:51 +0200
MIME-Version: 1.0
X-Priority: 3
X-MSMail-Priority: Normal
X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE
V5.00.2615.200
I casi come quello descritto nel Vostro
messaggio sono purtroppo numerosi.
Si sentito da parecchie ragazze polacche che
almeno da circa due anni
anche alla frontiera austriaca in Bergo(?)
succedono casi simili. L'
ammontare della multa (che pu arrivare anche
a quota di un milione di lire)
dipende non solo dalla quantit dei giorni in
pi rispetto ai 3 mesi
previsti di soggiorno in un qualsiasi paese
occidentale (nel nostro caso
Italia), ma soprattutto dalla comprensione del
singolo doganiere. Si sono
verificati anche tanti casi di intimazione,di timbrature nel
passaporto che
costringevano tale persona a non ritornare in Italia per almeno 2 anni.
Si
assistito di persona due volte al caso in
cui le ragazze polacche
venivano costrette a scendere dal pullman che
le portava verso l'Italia e
lasciate alla dogana per ore all'esterno di
notte e al freddo (nei mesi
invernali la temperatura arriva anche a -20).
Per eventuali altri informazioni sono alla
Vostra disposizione. Operatrice
del Punto In-Forma Bogumila.