Date: 9:07 AM 6/2/00 +0100

From: Sergio Briguglio

Subject: Sponsor, sciopero della fame, giubileo dei migranti

 

Cari amici,

mi segnalano che, "al 22 maggio, dalle Questure sono state rilasciate oltre

8500 autorizzazioni per sponsor. Riguardano oltre 2200 marocchini, 750

rumeni, 800 cinesi, 570 Albanesi, 650 indiani e anche alcuni ...

statunitensi e svizzeri (sempre extracomunitari sono)."

 

Queste cifre sono destinate a salire, dal momento che le questure stanno

ancora esaminando domande di sponsorizzazione presentate prima del 15

maggio.

 

Non ho dati, invece, riguardo alle chiamate nominative.

 

Sottolineo - sperando che la sottolineatura sia trasmessa a chi puo'

provvedere - come sia necessario che gli uffici provinciali del lavoro e le

questure registrino, rilasciando ricevuta, le richieste in esubero rispetto

alle quote (provinciali o nazionali) per chiamata nominativa,

sponsorizzazione, lavoro autonomo o conversione di altro permesso in

permesso per lavoro. In mancanza della registrazione sarebbe infatti

impossibile la correzione della ripartizione per province (con circolare

del ministero del lavoro) o per motivi di ingresso (con direttiva del

presidente del consiglio dei ministri), come pure il censimento, ai fini

dell'emanazione di un nuovo decreto, delle domande inevase.

 

Segnalo poi che e' in corso uno scipero della fame di un gruppo numeroso di

immigrati. Chiedono giustamente una soluzione positiva della vicenda

regolarizzazione. Come esposto in un messaggio di qualche giorno fa, lo

strumento tecnico per pervenire a una tale soluzione c'e' (l'art. 5 del

Testo Unico, commi 5 e 9). Se qualcuno da destra protesta, e' opportuno far

notare come proposte di smaltimento progressivo - con regolarizzazione - di

un dato bacino di irregolarita' sono presenti nella proposta di legge Di

Luca (Forza Italia), Atto Camera 5801. Non c'e' quindi motivo, a sinistra,

di tremare come se la Procura di Lucca ci avesse sorpresi con la bocca

sporca di marmellata.

 

Ricordo infine che oggi si celebra il giubileo dei migranti. Sapete tutti,

ormai, come il giubileo fosse, per il popolo di Israele, un momento di

periodica restituzione, alla luce del riconoscimento della signoria di Dio

sul creato. C'era quindi un fatto trascendente - la signoria di Dio - che

induceva un fatto immanente - la restituzione. Chi, da laico, non si cura

del giubileo faccia un po' come gli pare. Ma chi, da cristiano, lo celebra

non puo' procrastinare il momento della restituzione alla vita

ultraterrena, quando Dio avra' ripreso in mano quella porzione di signoria

sul creato che ci ha delegato: sarebbe Dio, in quel caso, non noi, a

celebrare il giubileo. E non ne ha bisogno.

 

La restituzione, nei confronti dei migranti, e' - credo - consentire loro

di vivere la stessa quotidianita' che ognuno di noi vive: il lavoro, la

famiglia, la solitudine, la casa, gli amici, il riposo, gli affetti e la

stanchezza. Senza, pero', l'aggravio di una lotta impari, con uno Stato

incomprensibile e ostile, per la conquista di un pezzo di carta - il

permesso di soggiorno - che nulla aggiunge al rapporto vero che ciascuno di

loro ha con ciascuno di noi.

 

Oggi, in Italia, ottantamila migranti aspettano quella restituzione,

avendola chiesta da un anno e mezzo. Altrettanti - forse - ne hanno bisogno

e la cercano nelle maglie di norme e di circolari scritte chissa' da chi,

chissa' quando, chissa' per chi.

 

Cordiali saluti

sergio briguglio