Date: 10:38 AM 7/6/00 +0200
From: Sergio Briguglio
Subject: misure contro la sfruttamento della
prostituzione stra
Cari amici,
prima che si scateni un utilissimo dibattito
sulla legge Merlin e/o sul rimpatrio di detenuti stranieri, vorrei fare
osservare - da profano - come il maggiore ostacolo che la lotta contro la
cosiddetta tratta (o, piu' semplicemente, contro lo sfruttamento della
prostituzione straniera) incontra e' costituito dalla necessita' di una
denuncia, da parte della ragazza, in base alla quale si configuri l'ipotesi di
riduzione in schiavitu' (reato grave, per il quale e' previsto l'arresto
obbligatorio in flagranza). In mancanza di tale denuncia, si puo' procedere, al
piu', per sfruttamento della prostituzione, col risultato di non poter arrestare
il magnaccia. Anche nei casi, poi, in cui si arrivi a una condanna, e' facile
che il magnaccia in questione ottenga la sospensione della pena o l'espulsione
alternativa alla pena stessa.
L'art. 12 del Testo unico introduce, al comma
3, sanzioni pesantissime (reclusione fino a quindici anni, arresto facoltativo
in flagranza) per il reato di favoreggiamento dell'ingresso clandestino
finalizzato allo sfruttamento della prostituzione. Questa previsione non offre
pero' strumenti utili per stroncare i magnaccia (o le madame), che svolgono la
loro attivita' prevalentemente sul territorio italiano. E' infatti arduo
dimostrare - benche' sia ovvio immaginarlo - che abbiano giocato un ruolo di
rilievo nel favorire l'ingresso delle ragazze.
La cosa potrebbe essere superata introducendo
una modifica al Testo unico atta ad estendere le sanzioni gravi (quindici anni
di reclusione, arresto facoltativo in flagranza) al caso di favoreggiamento del
soggiorno clandestino finalizzato allo sfruttamento della prostituzione. Allo
stato attuale, il Testo unico, non distinguendo tra forme diverse di
sfruttamento, si limita a prevedere (comma 5) un massimo di quattro anni di
reclusione senza possibilita' di arresto.
Se si considera come tanto i magnaccia
albanesi quanto le madame nigeriane di solito convivano con le ragazze
sfruttate (schiavizzate o meno che siano), e come per la polizia sia un gioco
da ragazzi sapere dove le ragazze stesse abitano, si vede subito che, a prezzo
di un leggero aumento della popolazione carceraria, si potrebbe stroncare il
traffico in una nottata. Possibilmente, DOPO l'adozione di qualunque
provvedimento di clemenza generalizzata.
Cordiali saluti
sergio briguglio