Date: 4:06 PM 7/13/00 +0200

From: Sergio Briguglio

Subject: intervento di Bianco al convegno

 

Cari amici,

oltre a numerosi elementi interessanti in un'ottica di lungo periodo (dei quali tutta la stampa ha dato ampiamente conto), dal convegno sulle migrazioni organizzato - molto bene - dall'Agenzia per il Giubileo emergono due informazioni di immediato rilievo per quello che riguarda la politica di immigrazione in Italia. Le ha fornite, nel suo discorso, il Ministro Bianco, affermando che

 

a) nel giro di poche settimane dovrebbe essere varata la "carta dei diritti e dei doveri" relativa al trattenimento degli stranieri nei centri di permanenza temporanea;

 

b) il 18 luglio prossimo cominciano i lavori di un tavolo interministeriale, presso il ministero dell'interno, per la definizione di un secondo decreto-flussi per l'anno in corso.

 

Quanto al primo punto, il testo della direttiva corrispondente e' pronto da mesi. Era stato approntato avvalendosi anche delle opinioni di un gruppo di lavoro convocato dal Sottosegretario Maritati. E' importante ora che quel testo, senza correzioni peggiorative, veda la luce in breve tempo.

 

Quanto al secondo punto, la cosa e' consentita dal Testo unico. Do' atto a chi ha scritto il primo decreto (un po' basso, quanto a quota complessiva, a parer mio di allora) che la scelta e' stata lungimirante: una quota moderata - di sessantatremila lavoratori - rapidamente esaurita mostra anche ai piu' prudentini come sia possibile fare passi piu' coraggiosi. Inoltre, se verra' fatto un nuovo decreto, e se ci sara' una nuova quota riservata a sponsorizzazioni, scatteranno altri sessanta giorni utili, in un contesto di burocrazia gia' rodata; meglio, quindi, di una quota fin dall'inizio elevata, da gestire, pero', con banche, pubblica amministrazione ed enti locali alle prime armi in fatto di sponsorizzazioni, fideiussioni e certificazioni sull'alloggio.

 

Se ora il Governo italiano volesse completare questo suo inconsapevole sforzo per farmi contento, dovrebbe prestare qualche ulteriore cura

 

a) ai requisiti per la chiamata nominativa;

 

b) all'ingresso per "autosponsorizzazione" (art. 23, comma 4, del Testo unico);

 

c) all'ingresso per lavoro autonomo e alla possibilita' di conversione dei permessi ad altro titolo in permessi per lavoro.

 

Riguardo al primo di questi punti, e' necessario spazzar via il requisito - non previsto dalla legge ne' dal Regolamento - del reddito minimo di ottantacinque milioni annui in capo al datore di lavoro che voglia assumere il lavoratore residente all'estero.

 

Per l'autosponsorizzazione, e' necessario che funzionino le liste nei consolati (o, almeno, nei consolati dei paesi privilegiati - Albania, Tunisia, Marocco e, forse, Romania - che per quest'anno svolgono un ruolo pionieristico). Deve essere chiarito come e dove ci si iscriva nelle liste; se valga il solo criterio dell'anzianita' di iscrizione - come prescrive la legge - o se, magari per sperimentazione, si facciano valere, per quest'anno, criteri diversi e piu' selettivi.

 

Inoltre deve essere prestata attenzione alla opportunita' di mantenere, quale livello minimo di capacita' economica per l'autosponsorizzazione - il livello, di circa cinque milioni di lire, previsto dalla direttiva del Ministro dell'interno sui mezzi di sostentamento. Si discuta in proposito con i paesi interessati, e si provveda, se necessario, a modificare la direttiva.

 

Infine, deve essere presa in considerazione la difficolta' che l'immigrato che si autosponsorizza incontra nell'indicare, ai fini dell'ottenimento del visto, l'esistenza di un alloggio disponibile in Italia. Le proposte di questi giorni dell'Associazione costruttori sono interessanti. In attesa di poterle praticare, si provveda a venire incontro all'immigrato garantendo, per esempio, brevi corsi formativi residenziali: l'immigrato impara come muoversi nella realta' italiana; puo' indicare l'alloggio disponibile per una prima fase, e cercare, poi, da se', una sistemazione piu' definitiva.

 

Per quanto riguarda l'ingresso per lavoro autonomo, e' opportuno che si programmi una quota coraggiosamente alta, consentendo cosi' non tanto gli ingressi (non facili, visti i requisiti di reddito prescritti), quanto le conversioni di altro permesso (anche di breve durata) in un permesso per lavoro autonomo. Puo' essere la chiave per l'immigrazione del futuro, dato che tra i lavori autonomi rientrano tutte le prestazioni occasionali di servizi, e che i requisiti di reddito - difficili da dimostrare prima dell'ingresso - sono piu' facilmente raggiungibili per soggetti che si trovino gia' in Italia.

 

Nello stesso spirito e nel rispetto del dettato dell'articolo 5, commi 5 e 9, del Testo unico, dovrebbe essere consentita la conversione dei permessi di breve durata in permessi per lavoro subordinato, nei casi in cui vi sia un contratto disponibile e sia trascorso un congruo lasso di tempo dall'emanazione del decreto-flussi senza che la quota prevista per lavoro subordinato sia stata esaurita.

 

Con buona pace di Gasparri e della sua ricca produzione scientifica.

 

Cordiali saluti

sergio briguglio