Date: 10:02 AM 10/2/00 +0200
From: Sergio Briguglio
Subject: biffi
Cari amici,
di fronte agli interventi di Biffi mi viene in
mente, di solito, come sia da preferirsi un avversario intelligente a un
alleato imbecille.
Prima che i piu' prudentini tra voi si
scandalizzino, chiarisco subito che Biffi non rientra tra gli alleati. Gli
riconosco pero' due meriti: pone problemi reali, e lo fa con un linguaggio
molto diverso da quello, politicamente corretto e insipido, di molti suoi
colleghi (non tutti, fortunatamente!). Una volta posti i problemi, tuttavia,
prospetta soluzioni sbagliate - da avversare, appunto.
Questa volta, in particolare, Biffi solleva il
problema, tutt'altro che banale, del rispetto delle liberta' nei paesi
islamici, e delle difficolta' che possono esservi quando persone cresciute in
sistemi teocratici tentino di inserirsi in sistemi laici. Biffi cita, tra
questi problemi, le diversita' tra il diritto di famiglia vigente nel nostro
paese e quello che caratterizza alcuni paesi islamici. Biffi, infine, invoca
l'applicazione del principio di reciprocita' in relazione alla concessione di
diritti agli immigrati provenienti da paesi islamici: siano riconosciuti solo
quei diritti che nel paese di origine sarebbero riconosciuti al cittadino
italiano.
Mi permetto alcune considerazioni in
proposito.
1) Diritto di famiglia.
Se, provenendo da un paesino di campagna dove
non esiste alcun divieto di sosta, mi trasferisco in una citta' che gronda di
divieti di sosta, a rischiare sono io, non la citta' che mi accoglie. Dopo le
prime multe, imparero'.
Lo stesso vale per il nostro diritto di
famiglia, che, per di piu', ha resistito, negli anni, alle pressioni non
trascurabili di quelli che - come Biffi - non ne apprezzano una parte di
rilievo (la liceita' del divorzio). Non si vede perche' dovrebbe cedere agli
ipotetici malumori di qualche centinaio di migliaia di immigrati islamici.
2) Reciprocita'.
L'auspicare, come punto d'arrivo, una
situazione di effettiva reciprocita' non puo' ovviamente - per una questione di
simmetria - scandalizzare nessuno.
Il problema sorge quando questa situazione non
sia ancora realizzata. Come reagire? Introdurre un principio di reciprocita' -
riconosco a te solo quello che tu riconosci a me - e' cosa che ha senso se in
discussione sono diritti con la "d" minuscola (il diritto di aprire
un ristorante, il diritto a iscriversi ai campionati provinciali di boccette,
etc.): uso la condizione di reciprocita' come strumento di pressione,
auspicando che la controparte riconosca ai miei concittadini il diritto in
questione, in nome - quanto meno - della propria convenienza.
Se pero' si tratta di diritti fondamentali
della persona, come mi comporto? Se il diritto per me e' fondamentale, devo
considerarlo "indisponibile". Lo riconoscero' alla persona, a
prescindere dal fatto che altri sitemi non lo riconoscano. Se, viceversa, il
mancato riconoscimento da parte di altri mi induce a non riconoscerlo a mia
volta, vuol dire che non lo considero affatto un diritto fondamentale, ma lo
ritengo a disposizione di considerazioni di opportunita'. In questa seconda
ipotesi, sto sposando proprio il modello proposto da quei sistemi che vorrei
censurare e, per di piu', affido loro il compito di modificare le cose: riconoscero'
il diritto solo dopo che quei sistemi l'avranno riconosciuto!
La questione allora si riduce a questa: il
diritto a esercitare concretamente la propria liberta' religiosa (per esempio,
aprendo luoghi di culto) e' per Biffi un diritto fondamentale o no?
Cordiali saluti
sergio briguglio