Date: 9:32 AM 6/7/01 +0200
From: Sergio Briguglio
Subject: conversione cure - lavoro autonomo;
discussion paper; c
Cari amici,
vi giro
a) un messaggio dell'Avv. Tallarico, di
Padova, che risponde a un quesito posto dalla Caritas di Prato, sulla possibilita'
di convertire un permesso per motivi di cure in uno per lavoro autonomo;
b) un messaggio di Paolo Bonetti sulla
questione della "proposta tecnica" relativa alla direttiva sui
criteri di ammissione nell'Unione europea per lavoro;
c) un messaggio - anche questo di Paolo - che
segnala i siti dove e' possibile trovare i programmi elettorali della Casa
delle liberta' (inclusa, ovviamente, la materia relativa all'immigrazione).
Ringrazio entrambi.
Cordiali saluti
sergio briguglio
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Rispondo al messaggio della Caritas di Prato
sulla conversione del P.di S. da salute a lavoro autonomo.
Ho un analogo caso presso la Questura di
Padova il cui dirigente dell'Ufficio Stranieri ha chiesto un parere al
Ministero dell'Interno. Non hanno ancora ricevuto nulla ma, telefonicamente,
stato riferito che non pu essere effettuata questa conversione anche in
presenza dell'autorizzazione da parte della Direzione Provinciale del Lavoro.
Laddove avessi un formale diniego mia
intenzione ricorrere al TAR perch il dettato normativo chiaro.
L'unica via di sbocco che intravedo, nella
miope visione ministeriale, creare un precedente giurisprudenziale.
Tra l'altro dello stesso avviso (soluzione
delegata al giudice) il vice dirigente dell'ufficio stranieri di Padova
che sembra un valido interlocutore dal punto di vista giuridico.
Vincenzo Tallarico
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Reply-To: "Paolo Bonetti"
<pabonett@tin.it>
From: "Paolo Bonetti"
<pabonett@tin.it>
To: "Sergio Briguglio"
<briguglio@frascati.enea.it>
Subject: R: discussion paper - sommario e
osservazioni
Date: Mon, 4 Jun 2001 11:50:29 +0200
X-Priority: 3
Status:
Caro Sergio,
il lavoro che stai facendo ancora una volta
preziosissimo e stai certo che non mancher di esaminarlo con la precisione
degli anni trascorsi.
Concordo con te sull'importanza estrema di
tutto ci.
In attesa di riflettere compiutamente sui
contenuti ti sollevo alcune questioni di metodo e di contorno.
1) E' essenziale che il testo che hai
scannerizzato tu lo possa avere in formato effettivamente scaricabile e
rielaborabile
2) E' essenziale sapere quali sono gli
organi, i tempi e i modi per la discussione di quel documento
3) In molti incontri di livello
euro-comunitario ho potuto constatare che effettivamente esistono diversi
modelli politico-storico-culturale che si stanno scontrando.
E' comunque essenziale far comprendere che il
modello di politiche migratorie che si va delineando deve essere pluralista e
flessibile (cio non deve impedire espressamente ci che gi si fa o deve
consentire deroghe e sviluppi futuri o comunque pi modelli complementari o
alternativi) perch
a) deve poter funzionare dalla Lapponia a
Pantelleria, cio deve essere in grado di regolare effettivamente sia le
migrazioni che arrivano via aereo, sia le migrazioni che possono sbarcare in
una notte, sia l'immigrazione in Paesi circondati dal Mare del Nord, sia quella
che pu giungere in Paesi circondati dal mare Mediterraneo che navigabile ed
comune a Paesi a forte pressione migratoria;
b) deve essere realista rispetto alla
pressione migratoria esistente, perch deve davvero essere funzionale al
raggiungimento dell'altro importantissimo obiettivo comunitario, quello di
prevenire l'immigrazione clandestina;
c) deve tener conto della diversissima storia
delle politiche migratorie dei paesi membri dell'Unione: ad oggi soltanto le
legge di Spagna, Austria e Italia prevedono decreti governativi di
programmazione delle quote, ma soltanto l'Italia prevede l'ingresso per
inserimento nel mercato del lavoro e l'Austria include i ricongiungimenti
familiari nelle quote (!); altrove parlare di "quote" equivale a
usare una parolaccia impopolarissima...(usare sinonimi decisivo per evitare
irrigidimenti....)
d) deve funzionare per il lungo periodo e dunque
anche quando fra pochi anni si porr il problema della massiccia mancanza di
manodopera;
e) deve funzionare per tutti i segmenti del
mercato del lavoro e non soltanto per l'elevata qualificazione;
f) deve tener conto che da un lato vi sono tra i
Paesi membri dell'UE vi sono tassi di disoccupazione molto diversi e dall'altro
vi sono le norme dei trattati UE che prevedono anzitutto la libera circolazione
dei lavoratori dei Paesi membri dell'Unione: a tal fine occorre capire se,
quanto e come sia e sar la mobilit intra-comunitaria e occorre tenere
presente che la Commissione UE ha predisposto una proposta di direttiva sul
soggiorno di lungo periodo che comporterebbe anche il diritto per gli
extracomunitari soggiornanti in un Paese di andare in un altro a lavorare (ci
terrorizza germania, Francia, Gran Bretagna)
Inoltre essenziale che prima di scrivere un
nuovo modello si abbia il coraggio di fare un bilancio veritiero su ci che
avvenuto nei paesi dell'Unione a partire dal 1974, anno in cui i Paesi del
centro Nord-Europa adottarono il modello di chiusura nuovi flussi migratori per
lavoro: dappertutto vi sono state immigrazione clandestina, ripetute sanatorie
ecc.
4) Occorre sempre immedesimarsi nella societ
e nella politica dell'altro Paese, per evitare di stupirsi o irrigidirsi con
Paesi che hanno una storia di successi e di errori lunga a volte due secoli...
5) Non detto che il modello italiano
sia davvero il migliore e diverse idee altrove maturate ben possono essere
riprese utilmente
6) Vista la capitale importanza di tutto ci
essenziale evitare improvvisazioni e frettolosit: prendere tempo e portare
nuovi elementi importantissimo.
7) Al nuovo Governo italiano sar il caso di
far capire che prima di discutere a livello comunitario occorre che comprenda
se e come funziona il modello vigente in Italia...
8) I nuovi criteri di immigrazione di
stranieri extracomunitari
dovranno inseririrsi in un contesto in cui vi
sar l'imminente allargamento
dell'Unione europea a Polonia, Ungheria, rep.
Ceca, Slovenia, Cipro (e poi
ad altri Paesi candidati che hanno una potente
catena migratoria verso
l'Italia come la Romania e la Bulgaria) che
porter alla progressiva libera
circolazione dei lavoratori di quei Paesi.
Molti Paesi europei sono cos
preoccupati di un massiccio flusso migratorio
da quei Paesi che hanno
ottenenuto che negli accordi di ingresso di
quei Paesi sia previsto un
periodo transitorio di ben 7 anni (a partire
dal 2006) in cui la libera
circolazione dei lavoratori non opererebbe per
i cittadini dei nuovi Paesi
membri. L'ingresso nell'UE di tali Paesi che
tanto spaventa la Germania e
l'Austria, potrebbe invece essere di per s
sufficiente a risolvere i
problemi di mancanza di manodopera in Italia e
dunque potrebbe indurre a
ripensare complessivamente sul lungo periodo i
criteri della disciplina
italiana dell'immigrazione extracomunitaria
per lavoro, anche sopprimendo
l'ingresso per inserimento nel mercato del
lavoro o riservandolo ai soli
Paesi candidati all'ingresso nell'UE e ai
Paesi extracomunitari con i quali
siano in vigore accordi bilaterali.
Fammi sapere
Potr esprimermi sulle tue osservazioni
soltanto quando riuscir a leggere bene il testo integrale del paper di
discussione...
A presto
Paolo Bonetti
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Caro Sergio,
ti allego i testi integrali in materia di
immigrazione del PIANO DI GOVERNO
PER UNA INTERA LEGISLATURA, cio del programma della Casa delle
libert tratto dal sito di Forza Italia (<http://www.forza-italia.it/elettorale/piano_governo/index.html>http://www.forza-italia.it/elettorale/piano_governo/index.html),
nonch di quanto si legge in materia di immigrazione nel patto-pre-elettorale
CdL - Lega Nord (<http://www.leganord.org/elezioni/2001/patto2001.pdf>http://www.leganord.org/elezioni/2001/patto2001.pdf)
Al di l dei proclami elettorali i testi sono
laconici e si pu affermare che in gran parte possono essere tradotti
nientemeno che in una migliore e diversa attuazione della legislazione vigente
(a parte le incentivazioni fiscali).
Anzi, l'insistenza sulle quote e sul lavoro
pu addirittura tradursi in una pi realistica politica delle quote.
Ecco perch credo non ci saranno episodi
eclatanti e modifiche stravolgenti.
Sono sempre dell'idea che meglio
"incanalare" verso il bene piuttosto che demonizzare......
Ciao
Paolo Bonetti