Date: 12:52 PM 10/22/01 +0200
From: Sergio Briguglio
Subject: i disoccupati stranieri, Maroni e il
numero di Neper
Cari amici,
Paolo Bonetti mi ha mandato, un paio di giorni
fa, il messaggio che riporto in fondo.
Mando anche a voi la mia risposta a quel messaggio.
Cordiali saluti
sergio briguglio
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Caro Paolo,
qualche considerazione sulla faccenda del
numero di stranieri disoccupati:
In Italia si entra - a fini di lavoro - in due
modi: con chiamata da parte di un datore di lavoro ovvero a seguito di
sponsorizzazione. Nel primo caso, lo straniero e' immediatamente occupato, e
non passa attraverso l'iscrizione al collocamento. Nel secondo, lo straniero si
iscrive al collocamento, in attesa di trovare occupazione. Consentimi di
trascurare le iscrizioni operate da coloro che siano titolari di un permesso
che consenta di farlo (motivi di famiglia, lavoro autonomo, etc.), perche' e'
un gioco da ragazzi, che lascio al volenteroso lettore, includerle nel
ragionamento che sto per svolgere.
In Italia - d'altra parte - esiste una norma
(T.U. art.22, co.9) che limita a un anno il periodo di possibile disoccupazione
dello straniero (anche qui semplifico un po': mi urge la necessita' di mettere
tutto sotto forma di equazioni, e le equazioni hanno in odio i distinguo di cui
- invece - si nutre giustamente il giurista).
In queste condizioni, la variazione
nell'unita' di tempo del numero di iscritti al collocamento e' data da:
dc/dt = i(t) + d(t) - a(t) - [i(t-T) + d(t -
T)] exp(- T <a/c>)
In quest'equazione, le varie quantita' hanno
il seguente significato:
c(t) e' il numero di iscritti al collocamento
all'istante t (es.: 270000 iscritti); dc/dt e' la derivata rispetto al tempo di
questa quantita';
i(t) e' il numero di ingressi di sponsorizzati
nell'unita' di tempo, all'istante t;
a(t) e' il numero di avviamenti al lavoro di
iscritti al collocamento per unita' di tempo, all'istante t (es.: 20000 avviamenti
per mese);
d(t) e' il numero di lavoratori che restano
disoccupati nell'unita' di tempo e si reiscrivono al collocamento, all'istante
t;
T e' il massimo periodo di disoccupazione
consentito (es.: un anno);
<a/c> e' la media della quantita' a/c nel
periodo che va dall'istante "t-T" all'istante "t".
L'ultimo termine che appare nell'equazione
rappresenta il numero di coloro che, essendosi iscritti al collocamento per la
prima volta, da sponsorizzati (o essendo rimasti disoccupati) - diciamo - un anno
prima dell'istante considerato, non sono riusciti a trovare, nel frattempo, un
(nuovo) lavoro, perdendo cosi' la facolta' di soggiornare in Italia. Si tratta,
cioe', del numero di lavoratori che escono dalle liste di collocamento non
perche' rientrino negli avviamenti al lavoro, ma perche' vedono scadere, con il
periodo "T", il loro diritto a restare iscritti.
La funzione exp(...) che appare in quel
termine e' definita - lo dico per Maroni - come il numero di Neper,
"e", elevato alla quantita' che appare, in parentesi, come argomento
della funzione exp. Il numero di Neper vale circa 2.72, ed e' la base dei
logaritmi naturali. L'abbiamo incontrato al liceo o, piu' di recente, alla
pagina "Forse non tutti sanno che" della Settimana Enigmistica.
Nota che quella funzione ha un valore molto
piccolo se l'argomento e' grande (cioe' se c'e' un flusso relativamente alto di
avviamento al lavoro - "a/c" grande -, o se il disoccupato ha a
disposizione un tempo lungo per trovare lavoro - "T" grande). In questo
caso, il dimagrimento delle liste di collocamento associato al "tempo
scaduto" e' trascurabile.
La stessa funzione invece si avvicina al suo
valore massimo (uguale a 1) se l'argomento e' piccolo: pensa al caso limite -
deprecabilissimo dal punto di vista di qualunque governo - in cui non vi siano
avviamenti al lavoro (tutti gli iscritti, dopo un tempo T di inutile attesa di
occupazione, verrebbero esclusi dalle liste); oppure, pensa al caso -
deprecabilissimo, dal nostro punto di vista - di un periodo T molto breve, che
non consenta che a pochissimi dei neo-iscritti o degli iscritti di ritorno di
trovare occupazione: tutti gli altri finirebbero per incappare nell'esclusione
dalle liste. In questi casi, il dimagrimento e' tutt'altro che trascurabile.
Si impone allora una prima considerazione: se,
dati certi valori delle quantita' "a", "d" e "i"
(flussi di avviamento al lavoro, di disoccupazione di ritorno e di
disoccupazione di ingresso), ci si dimentica di depurare le liste da coloro per
i quali e' scaduto il tempo T utile per cercare lavoro, si sovrastima dc/dt (la
crescita del numero di iscritti al collocamento): e' un po' come conservare,
nelle liste elettorali, i morti.
Si puo' obiettare: ma non e' detto che quelli
per i quali il tempo e' scaduto se ne vadano effettivamente. Ne sono convinto.
Tuttavia e' assai probabile che non riescano piu' a rinnovare il permesso di
soggiorno. Mai piu', allora, potranno stipulare un nuovo contratto di lavoro
regolare e risultare cosi' avviati al lavoro: al pari dei morti nelle liste
elettorali, resteranno per sempre iscritti nelle liste di collocamento e
faranno perdere il sonno a chi esamini i dati relativi.
Si impone anche una seconda considerazione: un
obiettivo accettabile, per un ministro del lavoro, potrebbe essere quello di
garantire che il numero di disoccupati non aumenti (se diminuisce, tanto
meglio). Fammi allora semplificare un po' le cose, giusto per puntare
all'essenziale. Supponiamo che i flussi di avviamento al lavoro ("a")
e di sopravvenuta disoccupazione ("d") siano costanti nel tempo (per
me, che non so ne' leggere, ne' scrivere, ne' far di conto, ne', tanto meno,
predire il futuro, e' un'ottima approssimazione). Una soluzione dell'equazione
dc/dt = 0 (numero di iscritti al collocamento costante)
e' data da un flusso di ingresso costante e
pari a
i = a/[1- exp(- T <a/c>)] - d
Nota che, dal momento che il denominatore che
appare nel primo termine a secondo membro di questa equazione e' minore di 1,
il flusso di ingresso puo' essere positivo anche se il flusso di avviamento al
lavoro, "a", e' inferiore al flusso di disoccupazione di ritorno,
"d". Con i numeri che ho citato come esempio (tratti dalle tabelle
che mi hai segnalato), si ottiene che, perche' "i" sia positivo
(perche' sia ammessa una quota di ulteriori immigrati per sponsorizzazione,
cioe'), e' sufficiente che sia
a/d > 0.59
Nota anche che, se queste aquile dei nostri
governanti decidono di dimezzare il periodo T (facendolo passare da un anno a
sei mesi), la condizione perche' ci si possa permettere un flusso di
sponsorizzati senza far crescere il numero di iscritti al collocamento e'
ancora piu' rilassata:
a/d > 0.36
In altri termini, anche con un flusso di
avviamento di poco superiore a un terzo del flusso di disoccupazione di ritorno,
ci si puo' permettere flussi non nulli di immigrazione in cerca di lavoro.
A questo punto mi potrai fare osservare che
probabilmente siamo ben lontani dall'avere flussi di avviamento al lavoro cosi'
bassi rispetto ai flussi di disoccupazione di ritorno. Bene: questo fa si' che
i flussi ammissibili per ricerca di lavoro non siano solo marginalmente
superiori a zero, ma possano essere anche corposi. Quanto corposi? Dipende,
ovviamente dal rapporto "a/d". Tra i dati che mi hai segnalato il flusso
di disoccupazione di ritorno ("d") non figura. Mi auguro che figuri
tra i dati contenuti nel prossimo Dossier Statistico della Caritas. Qui faccio
solo un esempio: supponiamo che sia
a/d = 0.75
(il che significherebbe un flusso di
disoccupazione di ritorno pari a circa 27000 reiscrizioni al collocamento per
mese), e che le aquile lascino il loro ddl nel cassetto. In questo caso
"T" resterebbe pari a un anno (e noi tutti ci sentiremmo molto confortati).
Il flusso compatibile con una crescita zero del numero di iscritti al
collocamento sarebbe pari a
i = 87000 sponsorizzazioni per anno
Nella sventurata ipotesi, invece, che le
aquile decidano di approvare il ddl cosi' com'e' ("T" ridotto a sei
mesi), si avrebbe
i = 346000 sponsorizzazioni per anno.
Non stupirti di una cifra cosi' grande: e'
tutto merito degli andamenti esponenziali.
Naturalmente, se le aquile approvassero il ddl
cosi' com'e', l'attuale, glorioso
articolo 23 del Testo Unico verrebbe sostituito da una broda insipida, e per
sponsorizzazione non entrerebbe piu' nessuno. Si potrebbe attingere, pero', al
bacino di turisti. Se ricordo bene, i permessi di soggiorno rilasciati per
turismo nel 1999 (ultimi dati a disposizione) erano stati, appunto, intorno ai
trecentocinquantamila...
Ciao
sergio
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Caro Sergio,
forse Maroni ha ragione, anzi non sa
ancora forse che la situazione pi aggiornata sui disoccupati extracomunitari
addirittura peggiorata rispetto alle cifre da lui finora citate che erano
aggiornate al dicembre 1999.
I dati congiunturali sul mercato del lavoro presentati
ieri dall'Osservatorio sul mercato del lavoro del Ministero del Lavoro e delle
politiche sociali sono per la prima volta aggiornati a tutto il 2000.
Pi esattamente si tratta della Nota flash n.
9/2001: le "STATISTICHE SUL LAVORO - N. 9 - SETTEMBRE - OTTOBRE 2001" pubblicate dalla Direzione
Generale Reti Informative e Osservatorio del Mercato del Lavoro
A tal fine importante esaminare le tabelle
che si possono scaricare nel sito
<http://www.minlavoro.it/defwelf.htm>http://www.minlavoro.it/defwelf.htm
I dati di ieri sono aggiornati al dicembre 2000
e purtroppo indicano (pag. 39) che gli extracomunitari iscritti al collocamento
sono passati da 209.000 (dicembre 1999) a 269.300 (dicembre 2000).
Gli stessi dati peraltro segnalano (pag.37) che il flusso mensile degli
extracomunitari avviati ad un rapporto di lavoro regolare in costante e
notevole aumento: gli avviati extracomunitari in ogni mese sono passati da
13.700 (dicembre 1999) a 20.700 (dicembre 2000).
Restano notevoli perplessit sulla scientificit dei metodi di
rilevazione perch tutte le predette tabelle indicano che i dati dall'inizio
del 1999 sono parzialmente stimati.
Nella premessa si afferma infatti che "In
questa nota-flash viene ripresa la pubblicazione dei dati sugli avviamenti al
lavoro e su altre risultanze di fonte amministrativa derivanti dagli archivi
dei Centri per l'Impiego. I dati, che peraltro rimangono ancora denotati da un
forte ritardo rispetto al periodo di riferimento e denotano una copertura
territoriale parziale, saranno oggetto nei prossimi mesi di una pi
approfondita analisi anche la fine di confrontarli con le informazioni
derivanti dalle segnalazioni di avvio al lavoro inviate all'INAIL".
Le cifre degli iscritti al collocamento anche se fossero complete ed
ufficiali non sarebbero comunque attendibili dell'effettiva situazione dei
disoccupati perch sono comunque fondate ancora sulle precedenti liste di
collocamento e non gi sui nuovi "elenchi anagrafici" (che
devono distinguere le diverse tipologie di disoccupati, considerando tali non
pi tutti coloro che dichiarino di cercare un lavoro, ma soltanto coloro che
interpellati dai servizi per l'impiego si dicano effettivamente disponibili ad
assumere subito un'occupazione e a svolgere attivit di formazione o
riqualificazione professionale).
Infatti tali elenchi anagrafici sono stati disciplinati soltanto
dal regolamento approvato con D.P.R. 7 luglio 2000, n. 442 (pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale del 13 febbraio 2001), il cui art. 8 prevede che restano
in vigore el precedenti liste fino alla predisposizione dei nuovi elenchi
anagrafici, i quali dovranno essere predisposti dai Servizi per l'impiego
(oggi amministrati da ogni Provincia) soltanto entro 6 mesi (cio entro la fine
di novembre 2001 o l'inizio del 2002) dall'entrata in vigore dei decreti
ministeriali (D. Min. Lavoro 30 maggio 2001, pubblicati nella Gazz. uff. 2
luglio 2001) che hanno predisposto la scheda anagrafica e la scheda
professionale dei lavoratori, nonch la codifica delle professioni e la
classificazione dei lavoratori, utili anche ai fini dell'immissione di
tali elenchi anagrafici nel S.I.L. (sistema informativo lavoro), cio di quel
collegamento telematico tra tutti i centri per l'impiego, le societ
autorizzate al lavoro interinale e al collocamento privato.
Dunque soltanto all'inizio del 2002 avremo finalmente cifre complete ed
attendibili.
Fino ad allora qualsiasi cifra sui disoccupati inattendibile e
probabilmente assai gonfiata, se sono vere le notizie secondo le quali in
molte Province i Centri per l'impiego riferiscono che accettano di essere
considerati disoccupati "effettivi" e di essere inclusi nei nuovi
elenchi anagrafici soltanto un quarto di coloro che si erano iscritti
nelle precedenti liste di collocamento.
Intanto le stesse tabelle segnalano (p.25) la costante e forte
diminuzione del tasso di disoccupazione in tutti i territori. Infatti a
luglio 2001 era del 12,5 % a livello nazionale, con i consueti forti divari
(anche se la disoccupazione diminuisce ovunque) al centro-nord il tasso
soltanto del 6,6%, al Sud del 27,8%.
Ciao
Paolo Bonetti