Date: 12:46 PM 1/7/02 +0100

From: Sergio Briguglio

Subject: ancora sulle code

 

Cari amici,

giro parte di un messaggio di Paolo Bonetti, che ringrazio.

 

Cordiali saluti

sergio briguglio

 

 

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Reply-To: "Paolo Bonetti" <pabonett@tin.it>

From: "Paolo Bonetti" <pabonett@tin.it>

To: "Sergio Briguglio" <briguglio@frascati.enea.it>

Subject: Re: ancora sulle code davanti alle direzioni provinciali del lavoro

Date: Mon, 7 Jan 2002 12:35:34 +0100

X-Priority: 3

Status:  

 

Caro Sergio,

si pu ogni giorno constatare come la disorganizzazione e disinformazioni delle nostre pubbliche amministrazioni in materia di immigrazione non cambi col passare dei Governi.

 

La circolare che tu citi e che stata all'origine delle code inutili fu in realt disposta per ovviare alle code dell'anno scorso quando gi da un mese il Governo aveva inviato alle Camere uno schema di D.P.C.M. sulle quote 2001, ma anche l'anno scorso provoc inutili resse e code e fu applicata in modo arbitrario, con un criterio che partiva dal 1 gennaio anzicch dalle domande presentate dopo la pubblicazione del D.P.C.M. (17 maggio): il risultato fu assurdo. Infatti chi avesse presentato domanda di autorizzazione al lavoro dopo la pubblicazione delle quote si sarebbe sentito rifiutare la domanda in virt delle domande presentate dopo il 1 gennaio, cio ancor prima che il decreto vi fosse.

 

Oggi il tam-tam della jungla, che tanto infesta le catene migratorie perverse ha riprodotto il danno.

 

Segnalo peraltro che oggi alcune Direzioni provinciali del lavoro, come quella di Milano, sui moduli delle autorizzazioni al lavoro distribuite gi in dicembre avevano comunicato un'applicazione diversa e  amio parere pi correttta di quella circolare.

 

Si dispone infatti che le domande di autorizzazione al lavoro possono essere esaminate soltanto se spedite con raccomandata e ricevuta di ritorno (non pi code agli sportelli...!) avente una data successiva alla data di pubblicazione del D.P.C.M. sulle quote 2002.

 

Qualche giorno fa il ministro Maroni ha dichiarato che il Governo non intende adottare decreti di programmazione delle quote 2002 fino all'approvazione (futura e incerta) del nuovo ddl sull'immigrazione.

In base all'art. 3 T.U. sull'immigrazione tale scelta comporta il rilascio di visti di ingresso nei medesimi limiti (quantitativi e qualitativi) previsti dalle quote 2001, ma la prassi amministrativa finora seguita stata quella di non rilasciare alcuna autorizzazione al lavoro, n alcun visto per lavoro fino a quando non vi sia un'apposita direttiva ministeriale che disponga l'applicazione di tale previsione normativa.

 

Il risultato che anche per l'inizio del 2002 (come avvenne per l'inizio del 1999, del 2000 e del 2001...) non si consentyono nuovi ingressi per lavoro.

 

A ci si aggiunga l'ennesima voce su una piccolissima ennesima sanatoria (la sesta dopo quelle del 1983, 1987-88, del 1990, del 1995, del 1998-99) e il quadro sempre lo stesso intorno al quale invano sia affannano esperti e politici: la politica italiana sull'immigrazione sembra non cambiare da 20 anni. Una sostanziale chiusura genera ingressi clandestini a cui si rimedia con  periodiche sanatorie, le quali a loro volta attirano nuovi clandestini ecc.

 

Da molti anni ritengo che purtroppo nella gran parte delle circostanze della vita politica e sociale italiana (e dunque anche per il governo dell'immigrazione) i protagonisti, anche se si proclamano innovatori rispetto al passato e anche se sembrano voler cambiare norme e prassi, in realt non si accorgono che i loro gesti rendono sempre attuali alcuni celebri passi de "Il Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa, quasi una filosofia politica del continuismo italiano

 

...

 

Paolo Bonetti