Date: 4:51 PM 1/24/02 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: ddl 795; regolarizzazione; circolare
lavoro; discussion
Cari amici,
contrariamente a quanto vi avevo annunciato
ieri, il dibattito in Commissione affari costituzionali e' proseguito martedi'
sera. Sono stati esaminati (e per lo piu' respinti) gli emendamenti relativi ai
primi tre articoli del ddl. Alla pagina di gennaio 2002 del mio sito troverete
il resoconto della seduta.
Troverete anche il resoconto della seduta
della Commissione bilancio per il parere sul ddl.
Oggi e' stato raggiunto un accordo di massima,
all'interno della maggioranza, sulla regolarizzazione di colf e badanti. Vi
allego notizie di agenzia in proposito.
Il Ministero del lavoro ha emanato, lunedi'
scorso, una circolare (la trovate sul mio sito; grazie a tutti quelli che me
l'hanno mandata!) con cui stabilisce come non debbano essere presentate
richieste di autorizzazione al lavoro prima della pubblicazione del prossimo
decreto flussi, e come non abbiano priorita' quelle gia' presentate. Ci hanno
messo un mese per inventarsi una regola in contrasto con la normativa e con il
buon senso. Cambiano i direttori generali, ma il quoziente intelligenza rimane
costante. E' una cosa che da' sicurezza.
Allego, in fondo, alcuni messaggi, di Giuseppe
Faso, di Raffaele Miele e di Paolo Bonetti (con repliche mie), in merito alla
proposta che avevo avanzato nell'articolo sul Manifesto.
Cordiali saluti
sergio briguglio
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Gioved 24 Gennaio 2002, 14:05
Immigrati: Accordo Nel Governo Su
Regolarizzazione Colf
(ASCA) - Roma, 24 gen - Il governo ha
raggiunto un accordo sulla regolarizzazione di collaboratori familiari e
assistenti domiciliari extracomunitari che svolgono regolarmente la loro
attivita' presso le famiglie italiane. L'intesa e' stata trovata al termine di
una riunione a Palazzo Chigi alla quale hanno preso parte il vicepresidente del
Consiglio, Gianfranco Fini, i ministri del Welfare, Roberto Maroni, delle
Riforme, Umberto Bossi e dei Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, il
sottosegretario con delega ai problemi dell'immigrazione, Alfredo Mantovano, il
presidente della commissione Affari costituzionali del Senato (dove e' in esame
il provvedimento), Andrea Pastore (Fi), e il relatore in commissione, Gabriele
Boscietto (Fi). La vicenda sulla regolarizzazione di colf e dei cosiddetti
'badanti' (coloro che fanno assistenza agli anziani e agli infermi) ''e' stata
oggi definitivamente chiusa'', spiega Boscietto aggiungendo che tutta la questione,
con i relativi dettagli, non sara' definita attraverso la delega che
originariamente si era pensato di dare al ministro Maroni ma nel disegno di
legge in esame al Senato. La forma, aggiunge Boscietto, sara' quella di un
emendamento del governo. I particolari del provvedimento, i meccanismi che
dovranno essere adottati per evitare di aggirare la legge saranno definiti
dagli uffici legislativi competenti, chiarisce Boscietto. Fin da ora si puo'
pero' dire che per essere regolarizzati il lavoratore dovra' dimostrare di
avere una fissa dimora, di essere regolarmente occupato da una certa data, di
non avere precedenti penali. Nel ddl (conosciuto come 'Fini-Bossi') saranno
previste sanzioni penali per chi - lavoratore o datore di lavoro - dovesse
rendere dichiarazioni false. ''E' un meccanismo di garanzia, una griglia molto
stretta, antielusione'', spiega Boscietto che sottolinea come la
regolarizzazione del lavoratore avverra' attraverso il ''contratto di
soggiorno''. Un regolarizzazione che dovrebbe avere comunque un costo, anche se
minimo, sia per il datore di lavoro che per il lavoratoro. Si ipotizza infatti
per il datore il pagamento di una certa quantita' di contributi arretrati
(quelli che avrebbe dovuto versare se il rapporto fosse stato regolare) mentre
l'onere per il lavoratore sara' quello di versare una parte delle tasse dovute
se fosse stato in regola. Infine, Boscietto conferma l'abolizione della figura
dello sponsor, sia pubblico che privato, e annuncia che per i lavoratori
extracomunitari stagionali sara' a breve varato un provvedimento sui flussi. Un
provvedimento ad hoc, mentre per la definizione dei flussi complessivi di
immigrati tutto viene rimandato al disegno di legge.
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Date: Wed, 23 Jan 2002 20:51:08 +0100
Subject: Re: ddl 795
From: giuseppe faso <g.faso@mclink.it>
To: Sergio Briguglio
<briguglio@frascati.enea.it>
Status:
Il giorno 23-01-2002 15:02, Sergio Briguglio,
briguglio@frascati.enea.it ha scritto:
Vi invito, pertanto, se condividete
l'impostazione della proposta, a farvene portatori nelle sedi in cui siete
ascoltati; se non la condividete, a spiegarmi perche'.
caro Sergio,
a volte non sono stato d'accordo con parte
delle tue proposte, altre (la maggior parte delle volte) ti ho dato ragione in
silenzio. Una volta mi sono un po' sfogato, anche per gioco, con chi si
permetteva di polemizzare con te (episodio Turco/Bolaffi).
Mi sembra che questo tuo ultimo intervento
muova da una analisi realistica e proponga scelte ragionevoli, non segnate
ideologicamente, lungimiranti. Perci ti esprimo la mia solidariet, come
si fa con chi...rimane in minoranza o ai margini. La risposta al ddl 795
stata infatti in prevalenza debole e troppo connotata ideologicamente -tanto
che sostanzialmente non al ddl 795 si risposto, ma alle grida (e presunte
"gride") che lo accompagnavano, e poi ci si scissi tra chi
difendeva il testo unico cos com' (orrore) e chi, nudo e puro (ma
sostanzialmente crudo), la sapeva pi lunga e chiedeva l'impossibile per
principio. Si consuma ideologia, non sapendo che si fare. Di contrattare, nei
luoghi deputati e nella societ, partendo dal buon senso e dagli oggettivi
interessi a lasciar entrare i migranti e lasciarli regolarizzare (o indurli a
regolarizzarsi), passato per la testa di pochi -evidentemente, nel campo
"antirazzista", si ha qualche interesse ad autorappresentarsi in
altro modo.
Per questo, in luoghi diversi e con diversa e
in genere scarsa autorit, alcuni di noi hanno ripreso il discorso su
"continuit e rotture" nel ddl (insistendo su alcuni elementi di
continuit, negativi): per capire anche chi come e dove disposto a continuare
nella critica pratica dei provvedimenti legislativi, delle circolari, e in
genere delle misure e delle pratiche dell'Amministrazione (in senso lato). Enrico
Pugliese ha sintetizzato meglio di tutti quanto si cercava di osservare a
proposito, sulla "Rivista del manifesto" di ottobre.
Il Testo unico va superato, come orizzonte di
contrattazione, perch - come tu hai chiarito perfettamente - ispirato a presupposti
inefficaci. Che il centrodestra sia pi cialtrone e aggressivo del
centrosinistra pu forse far passare in secondo piano quanto dei
presupposti (soprattutto propagandistici) siano e siano stati condivisi tra i
diversi schieramenti. Che siano state sancite con la 40/98 e col Testo Unico
delle conquiste sul piano dei principi (soprattutto sul diritto all'unit
familiare e in genere sui diritti di cittadinanza dei gi inclusi) non va
sottovalutato. Ma non va sottovalutato neppure che si trattato di conquiste
sul piano, appunto, dei principi, senza un'azione politico-amministrativa
conseguente -anzi, con mille ostacoli degli uffici preposti a metterli in
pratica. In cambio, si regalato a una opinione pubblica presuntivamente
egemonizzata su basi xenofobe lo stralcio sugli asili e quello sul diritto di
voto (impagabile la battuta propagandistica della sig.a Turco sul
"Manifesto", il giorno prima del tuo intervento), e soprattutto la si
seguita nella ridicola ossessione del presidio alle frontiere, con le
espulsioni, i campi etc. Questo ha aperto la strada alla ulteriore azione di
propaganda della destra - ben pi pericolosa, per i suoi effetti simbolici e
reali, delle correzioni che si vogliono apportare alla legge.
Sono d'accordo con quanto scrivi: o si ha la
forza di trattare (con tutti, baubau compresi) muovendo da un diverso
presupposto, senza attestarsi a difendere una trincea sbagliata che comunque
subordina l'ingresso al contratto di lavoro, o si fa ideologia; e il
presupposto diverso non pu che essere l'accettazione alla frontiera del
migrante in entrata, con tutti i contrappesi simbolici che si vuole sulla
presunta sicurezza (che significa, per esempio: garantire alla signora
perbene che la colf rumena "clandestina" ed ex-turista sponsorizzata
dal prete sia davvero disposta, se non costretta, a regolarizzarsi). Da l, con
radicalit, va riaffrontato il tema. Realisticamente, e con la capacit di
trovare alleati tra chi ha interesse (per mille altri interessi) a far
prevalere il buon senso. Pu darsi che la tua versione dell'incontro tra
lavoratore e datore di lavoro sia ancora un po' da mettere a fuoco. Ma la
sostanza c' tutta.
Buon lavoro (e scusami per la lunghezza
frettolosa di una dichiarazione di "solidariet" per te forse
superflua)
Giuseppe
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From: "redazione"
<stranier@isa.it>
To: "Sergio Briguglio"
<briguglio@frascati.enea.it>
Subject:
Date: Wed, 23 Jan 2002 21:50:10 -0600
X-Priority: 3
Status:
Caro Briguglio,
Ho apprezzato il tuo ultimo messaggio che
condivido in gran parte.
Spero farti cosa gradita inviandoti
l'editoriale dell'ultimo numero della rivista.
Cordialmente.
Raffaele Miele
P.S.
E' molto probabile che questo sia veramente
l'ultimo editoriale in quanto, salvo fatti nuovi, la rivista chiuder
definitivamente - dopo otto anni - per mancanza di risorse.
(Nota: l'editoriale di Miele e' sul mio sito
alla pagina di Gennaio 2002).
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Reply-To: "Paolo Bonetti"
<pabonett@tin.it>
From: "Paolo Bonetti"
<pabonett@tin.it>
To: "Sergio Briguglio"
<briguglio@frascati.enea.it>
Subject: Re: ddl 795
Date: Wed, 23 Jan 2002 17:50:11 +0100
X-Priority: 3
Status:
Caro Sergio,
anzitutto come leggerai dal dispaccio non vero che la Commissione non
abbia lavorato ieri e non stia lavorando ora. I lavori vanno spediti, il
Governo ha presentato un emendamento su una micro-regolarizzazione. C'
invece il ritardo nella pubblicazione dei verbali del Senato da parte del suo
sito Internet.
A ci si aggiunga il parere critico della Commissione bilancio (che ti
allego) che chiede la riforma di tutta la copertura finanziaria del ddl e il
mantenimento della restituzione dei contrinbuti agli stranieri che rientrano in
Patria.
Condivido l'esigenza di giungere ad un punto di incontro e a farsi
ascoltare, ma la soluzione da te proposta mi pare inaccettabile.
Non sono d'accordo col tuo
articolo per molti motivi che cos ti riassumo:
1) una pericolosa (per gli stranieri) illusione affermare che risolvendo
il problema della regolazione dei flussi la maggior parte dei problemi del ddl
sarebbe risolta: la sostanza della gravit delle nuove norme resterebbe
intatta. Resterebbero l'irrazionale precarizzazione del soggiorno dei regolari,
la restrizione del periodo massimo di disoccupazione, le incostituzionali
espulsioni coattive, l'incostituzionale limitazione del diritto alla difesa,
l'incostituzionale soppressione del diritto d'asilo, l'incostituzionale
intromissione nella vita dei matrimoni misti, il restringimento del
ricongiungimento familiare. Mi pare tantissimo e mi pare fuorviante ancora una
volta occuparsi soltanto dei nuovi ingressi per lavoro e dimenticandosi
degli altri ingressi (lo fai anche tu nell'articolo, perch si emigra non soltanto
per asilo o per lavoro, ma anche per motivi familiari, per motivi di studio
ecc.) e dell'irrazionale e illegittima limitazione dei diritti fondamentali
degli stranieri, inlcusi i gli stranieri regolarmente soggiornanti. E'
essenziale occuparsi di impedire che si introducano tali restrizioni che
colpiranno almeno 2 milioni di persone, senza contare i futuri richiedenti
asilo.
2) la soluzione da tre proposta appare un po' ipocrita: siccome non
riusciamo ad ottenere da nessuno una disciplina realistica dei flussi di
ingresso per lavoro allora proponiamo di introdurre una finzione giuridica e
politica. Cio fingiamo che l'ingresso per motivi di turismo consenta non
soltanto i soggiorni per turismo, ma anche l'accesso al lavoro e cos
trasformiamo tutti i potenziali turisti in potenziali lavoratori.
Dal punto di vista politico mi pare quantomeno
improbabile che chi ostile addirittura alla sponsorizzazione e agli ingressi
per inserimento nel mercato del lavoro fuori sponsorizzazione accetti di
prevedere una norma che consentirebbe ingressi incontrollati ed incontrollabili
per lavoro, salvo che si ritenga pi accettabile un termine di 3+3 mesi per
trovarsi un lavoro rispetto ai 12 attualmente vigenti.
Dal punto di vista sostanziale le critiche si
sprecano.
a) l'attuale disciplina dello sponsor e dell'inserimento nel
mercato del lavoro (inclusa quella senza sponsor) la pi corrispondente alle
caratteristiche oggettive che da sempre caratterizzano ogni "catena
migratoria" per motivi di lavoro e se non essa non ha funzionato
soltanto perch tale ingresso stato sottoposto a quote irrealisticamente
ristrette. Gli obiettivi che proponi sottostanno gi all'art. 23 T.U. e perci
non basterebbe dire chiaramente che assurda la sua abrogazione e appoggiare
chiunque si limiti alla sua razionalizzazione/ampliamento? Il rimedio ad
una cattiva applicazione di una legge la sua abrogazione e sostituzione con
l'ingresso per turismo, cio con una finzione? Il rimedio al cattivo
funzionamento del mercato del lavoro italiano e alla mancata istituzione delle
liste consolari la trasformazione degli iscritti al collocamento in turisti?
b) a parte la denominazione fittizia (ingresso per turimo) il meccanismo
da te proposto sostanzialmente identico a quello oggi vigente dell'ingresso
per inserimento nel mercato del lavoro senza sposnor, salvo che non si
dovrebbe attendere le quote e che il soggiorno potrebbe durare non pi di 3+3
mesi: si allarga da una parte e si restringe dall'altra? Addirittura nella
tua proposta tecnica riparli di fideiussione bancaria..."cambiar tutto
perch nulla cambi"?
c) gi
oggi i 12 mesi per inserimento nel mercato del lavoro sono stretti per imparare
bene la lingua (cosa che ben si pu apprendere altrove) e per farsi conoscere e
inserirsi nel mercato del lavoro, sarebbe davvero possibile trovarsi un lavoro
in soli 3+3 mesi?
d) un Paese come l'Italia che meta di turisti da
tutto il mondo diventerebbe una specie di calamita attrattiva di
turisti-lavoratori e prima o poi un numero crescente di tursti-lavoratori
resterebbero clandestini (come oggi...) non riuscendo a trovare un lavoro e per
prevenire ci facile prevedere che si finirebbe col raddoppiare la vigilanza
prima del rilascio di ogni visto di ingresso per turismo e col prevedere
quote di ingressi di turisti (magari distinte per Paese...) e/o a chiedere agli
altri Paesi dell'Unione l'introduzione dell'obbligo del visto turistico da
tutti i Paesi extracomunitari che ne sono finora esenti. Sarebbe un effetto
assurdo, controproducente e oggettivamente dannoso per lo sviluppo del vero
turismo;
e) occorrerebbe onestamente chiedere di sopprimere
ogni disciplina degli ingressi per lavoro subordinato (che senso avrebbe
mantenerla se vi sarebbe una specie di canale buono per qualsiasi cosa?) e anche
le restrizioni al lavoro autonomo sarebbero inutilmente discriminatorie
f) dal punto di vista del diritto costituzionale una simile apertura
alla manodopera extracomunitaria finirebbe col violare l'art. 4 Cost. che
impone ai pubblici poteri di perseguire una politica dei piena occupazione per
i cittadini italiani
g) dal punto di vista del diritto internazionale e
comunitario l'Italia finirebbe con lo sfavorire i cittadini comunitari
nbella loro parit di trattamento con i cittadini italiani nell'accesso ai
posti di lavoro subordinato e nell'accesso al mercato del lavoro perch
appare in constrasto col regolamento n. 1612/68 del Consiglio del 15
ottobre 1968 che prevede anche un meccanismo di scambio delle richieste di
lavoro tra i servizi per l'impiego dei Paesi dell'Unione.
h) la propsta violerebbe l'art. 20, comma 2 della Convenzione di
applicazione dell'accordo di Schengen che consente la proroga dei
soggiorni per breve periodo oltre il termine massimo di 3 mesi soltanto in
circostanze eccezionali (l'eccezione allude a tutto ci che imprevisto
ed imprevedibile, p. es. ricovero, incidenti, calamit, e non gi
a qualcosa che sarebbe prevista come ordinaria e perci
prevedibile) o soltanto in virt di accordi bilaterali entrati in vigore
prima dell'entrata in vigore di quella convenzione (p.es. l'accordo
italo-svizzero o italo-san marinese)
i) vero che la proposta di direttiva sembra consentire il rilascio del
permesso di soggiorno per lavoro anche a chi sia soggiornante ad altro titolo,
ma la conversione non affatto automatica, perch la direttiva prevede
anche una preventiva verifica di indisponibilit e un termine di almeno 4
settimane durante il quale si deve operare una preventiva diffusione
dell'offerta di lavoro negli altri Paesi membri. Il turista-lavoratore
dovrebbe dunque trovarsi un lavoro entro un periodo di non pi di 2
mesi (salvo proroga) e sarebbe sempre soggetto al rifiuto...
Insisto: perch chiedere una cosa un po'
confusa, di dubbia legittimit e sostanzialmente mistificante invece di
chiedere il mantenimento dell'art. 23 T.U., magari migliorato e modificato
?
Ciao
Paolo Bonetti
Dimenticavo.
Dai dati del Minstero degli affari esteri si
ricava che nel 1999 i visti di ingresso per turismo sono stati 389.149, nel
2000 495.785.
Quale Governo responsabile di fronte a simili
cifre accetterebbe la tua proposta che renderebbe massiccio perch imprevisto
ed imprevedibile l'ingresso di nuovi lavoratori (turisti).
Le stesse cifre dimostrano che il vero
problema sta sempre soltanto nell'eccessiva restrizione delle quote.
Nel 1999 i visti per lavoro subordinato
erano stati 35.902. Nel 2000 sono stati 65.304, ai quali si devono
aggiungere 5.005 visti per lavoratori marittimi, 855 visti a lavoratori dello
spettacolo, 328 visti a lavoratiori sportivi, 6.776 ingressi per
inserimento nel mercato del lavoro su garanzia, 3847 ingressi per inserimento
nel mercato del lavoro senza sponsor.
Se invece di 83.000 l'anno ne avessimo 120.000
o 150.000 l'anno (in maggioranza con ingressi per inserimento nel mercato del
lavoro ) non saremmo a questo punto.
Ciao
Paolo
------------
Caro Paolo,
in due parole: l'art. 23 puo' funzionare - lo
so -, ma a questa condizione: quote per ingresso nel mercato del lavoro di
150.000 o 200.000 l'anno (le quote per chiamata nominativa si possono eliminare
senza danno). Questo ha bisogno di una scelta coraggiosa in sede di
programmazione. Nessun Governo ha mai avuto coraggo, ne' mai lo avra' (in tempi
non biblici). Quello che propongo e' una riflessione sulla eliminazione di
tetti sugli ingressi (non di requisiti, ma di tetti). Sia il mercato a
dimensionare l'inserimento. Lo Stato ponga tetti solo a tutela di beni
superiori (l'ordine pubblico, la possibilita' di accoglienza, etc.).
La tutela del lavoratore nazionale o
comunitario? Nessun problema: si ponga l'accertamento di indisponibilita' (io
lo limiterei a una settimana: non tutto quello che e' proposto a livello
europeo e' ragionevole...).
3+3 e' sufficiente? No. Io dico infatti
3+3+3+3+...
Perche' propongo cose complicate? Perche' sto
cercando di far capire che l'immigrazione va liberalizzata. E per farlo, devo
individuare passi intermedi.
Un abbraccio
sergio
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Reply-To: "Paolo Bonetti"
<pabonett@tin.it>
From: "Paolo Bonetti"
<pabonett@tin.it>
To: "Sergio Briguglio"
<briguglio@frascati.enea.it>
Subject: Re: ddl 795
Date: Thu, 24 Jan 2002 11:32:35 +0100
X-Priority: 3
Status:
Ho capito bene il tuo intento e in gran parte
lo condivido, ma proprio perch affermi che nessun Governo ha avuto quel
coraggio liberalizzatore non capisco come tu possa ritenere plausibile che ci
debba battere OGGI per ottenere OGGI questa liberalizzazione da un Governo
e da una maggioranza parlamentare che hanno espressamente dichiarato di voler
raggiungere l'intento opposto e che perci vogliono abrogare tutti gli istituti
della legislazione vigente che volevano andare in quella direzione e che gi
oggi possono rappresentare quel passo intermedio che tu vorresti
raggiungere.
L'alternativa accettabile in questo contesto
(anche per incanalare i dissensi sul punto degli sponsor da parte del CCD-CDU)
dovrebbe essere il mantenimento e la razionalizzazione-allargamento delle
previsioni attuali, magari prevedendo per la predispozione delle quote criteri
pi realistici (esclusione domestici e assistenti domiciliari dalle quote)
e vincolanti (obbligo di adottare un nuovo decreto quote infrannuale qualora il
numero delle richieste di autorizzazione al lavoro rimeaste inevase per
esaurimento delle quote abbia superato il 50% delle quote previste per l'anno
in corso dal precedente decreto) e nella gestione delle sponsorizzazioni
richieste (prevedere criteri a scalare per rilasciare le autorizzazioni a
seguito di sponsor), come quelli che ho tentato di indicare negli emendamenti
da me formulati sull'art. 3 e sugli artt. 14, 15 e 16 del ddl- vedi l'ultimo
testo di proposte di emendamenti del 7 dicembre, non quello precedente. E'
ovvio che tutto si pu migliorare.
Un'alternativa improponibile invece la soluzione da te proposta
che non soltanto dimentica gli effetti che avrebbe sul sistema complessivo
in cui il numero di visti di ingresso per turismo in Italia il 50% dei
visti rilasciati, ma che comunque a sua volta inaccettabile nel
merito, perch fondata su una finzione giuridica pasticciata,
controproducente e illegittima dal punto di vista delle vigenti norme
costituzionali ed internazionali (le future direttive a questo punto ancora non
contano).
Ma continuare a ragionare fa sempre bene
Un abbraccio
Paolo Bonetti
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bene, continuiamo a ragionare.
il punto centrale, comunque, mi sembra che
entrambi sottolineiamo la necessita' che ci siano canali ragionevolmente aperti
per venire a cercare lavoro (oltre che per gli altri motivi).
il mio tentativo si basa su come Boscetto ha
risuonato, a titolo personale, sull'idea dell'accesso al permessoper lavoro da
un soggiorno di breve durata. E' ovvio che in un sistema serio quel permesso di
durata relativamente breve si chiamerebbe "per ricerca di lavoro", E
gia' c'e' nella normativa - e' ovvio che hai ragione su questo. Il punto e' che
bisogna parlare con una maggioranza i cui capi - ignoranti e stupidi - hanno
detto (dando ascolto a Pansa) che la sponsorizzazione va abolita. Sto allora
cercando di far rientrare dalla finestra quello che hanno messo fuori dalla
porta.
Un abbraccio e grazie per la consueta
disponibilita' a ragionare.
ciao
sergio
p.s.: la verita' e' che ormai qualunque cosa
proponiamo io e te resta a livello di idee...
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Caro Sergio,
vero che nessuno ci ascolta.
ti invio lo splendido risultato (la sesta
sanatoria) con cui siamo stati gabbati (da Boscetto e C.) tutti, io, te, gli
stranieri, le associazioni, la Costituzione ecc.
Senza commento.
Paolo Bonetti