Date: 6:29 PM 2/26/04 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: allargamento dell'unione europea e
quote
Cari amici,
ricevo da Romana Sansa e giro un'ANSA sulla
reazione della Coldiretti alla notizia che, da maggio in poi, gli stranieri
provenienti dai nuovi Stati membri dell'Unione europea non dovranno piu'
dotarsi di visto di ingresso.
Credo che la cosa meriti un commento: in base
alle disposizioni sull'allargamento dell'Unione, gli Stati membri
"anziani" potranno adottare restrizioni, per un periodo transitorio
di due anni (prorogabili a certe condizioni), sulla circolazione dei lavoratori
provenienti dai nuovi Stati (con l'eccezione di Cipro e Malta).
Che io sappia, non e' ancora chiaro quale
sara' l'orientamento dell'Italia. E' tuttavia prevedibile che queste
restrizioni saranno adottate anche dal nostro paese.
In questa ipotesi, i cittadini dei nuovi Stati
potranno circolare in qualita' di persone, ma non di lavoratori (subordinati).
Non dovranno quindi munirsi di visto di ingresso, ma non potranno stipulare
liberamente contratti di lavoro subordinato.
E' possibile, naturalmente, che siano
adottate, in proposito, modifiche alla legislazione vigente, in modo da
disciplinare adeguatamente la modalita' (non del tutto libera) di accesso al
lavoro per tali cittadini.
In mancanza di modifiche, a mio parere, i
cittadini dei nuovi Stati membri potranno avvalersi della disposizione di cui
all'art. 1, co. 2 T.U., in base alla quale le disposizioni del Testo unico
sull'immigrazione si applicano, se piu' favorevoli, anche ai cittadini
dell'Unione europea.
Potranno quindi stipulare un contratto di
lavoro subordinato in tutti e soli i casi in cui puo' stipularlo lo straniero
di un paese non appartenente all'Unione europea. In particolare, potranno farlo
nell'ambito delle quote definite dal decreto-flussi (che quindi non dovranno
essere decurtate, per i prossimi anni, della percentuale, molto alta, finora
assorbita da lavoratori dei paesi in questione!).
Potranno pero' anche farlo se si sono gia'
stabiliti in Italia per esercitare un'attivita' di lavoro autonomo (consentita
senza preclusioni transitorie), o come familiari di cittadino avente diritto al
ricongiungimento, o come studenti (con contratto part-time entro le 1040 ore
annue), etc.
Cordiali saluti
sergio briguglio
-----------
COLDIRETTI, CON ALLARGAMENTO UNIONE ASSUNZIONI PIU' FACILI
(ANSA) - ROMA, 26 FEB - Non sara' piu'
necessario il visto di
ingresso per gli immigrati che giungono ogni anno per
lavorare
in Italia dai Paesi dell' Est, verso i quali a partire dal
primo
maggio si realizzera' l' allargamento dell' Unione europea.
Lo
rende noto la Coldiretti sulla base delle indicazioni
trasmesse
dal Ministero degli Esteri alle Ambasciate in vista della
'nuova
Europa'.
Si tratta di una importante semplificazione che
interessa
circa 50.000 lavoratori stagionali, non stagionali e autonomi
che ogni anno arrivano in Italia da Repubblica Ceca, Estonia,
Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.
La
decisione assunta determinera' un significativo snellimento
nei
tempi amministrativi necessari per l' assunzione di un immigrato
proveniente da questi Paesi, con effetti positivi per i
lavoratori e per le imprese che non dovranno piu' attendere
fino
a
due mesi per adempiere tutte le procedure, come nel passato.
La decisione giunge nel momento in cui sono
stati esauriti in
molte Regioni i permessi di ingresso per i 50.000 lavoratori
stagionali extracomunitari e 29.500 lavoratori subordinati
non
stagionali o autonomi autorizzati con i Decreti flussi. In
tal
senso e' prevista l' emanazione di un nuovo provvedimento per
integrare
la quota di ingressi, tenuto conto che le esigenze
delle imprese fanno prevedere, rispetto allo scorso anno,
richieste in aumento del 20% per un totale di circa 85.000
unita' per i soli lavoratori stagionali. ''Ma soprattutto -
secondo la Coldiretti - e' auspicabile che accanto all'
eliminazione del visto si provveda quantomeno al superamento
delle quote per i lavoratori stagionali provenienti dai Paesi
che, con l'allargamento dell' Ue, faranno parte dal maggio
2004
della nuova Europa''.
La maggior parte dei lavoratori
stagionali extracomunitari
che arrivano in Italia attraverso le quote di ingresso trova
occupazione in agricoltura, dove i lavoratori immigrati
rappresentano il 10% dei lavoratori agricoli totali. Questi
provengono per i due terzi (67,3%) dall'Europa dell'Est
(principalmente Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e
Romania)
e
sono per il 53,8% impegnati nella raccolta della frutta e
nella vendemmia o in un caso su tre (29,9%) nella
preparazione e
raccolta di pomodoro, ortaggi e tabacco ma anche nell'
attivita'
di allevamento (10,6%). ''L' immigrazione legale - sostiene
la
Coldiretti - e' una risorsa per lo sviluppo economico e
sociale
della nuova Europa e bisogna dare una risposta strutturale ai
bisogni delle imprese e alle aspettative dei lavoratori, che
sappia conciliare il rigore nei confronti della
clandestinita'
con i cambiamenti di una moderna economia post-industriale''.
Ecco una tabella che mostra il numero dei
lavoratori in
arrivo senza visto nella nuova Europa:
----------------------------------------------
PAESE
NUMERO UNITA'
----------------------------------------------
Repubblica ceca
3.527
Estonia
257
Lettonia
515
Lituania
672
Polonia
30.658
Slovacchia
2.881
Slovenia
3.727
Ungheria
3.745
Totale
45.712
----------------------------------------------