Intervento del Ministro Data: 23/06/2005 CAMERA DEI DEPUTATI Seduta di giovedì 23 giugno 2005
Interrogazione a risposta immediata dell’on.le Gibelli ed altri
Signor Presidente, Onorevole Colleghi,
il Ministero dell’Interno ha colto tempestivamente i rischi di degenerazione criminale dell’immigrazione clandestina e si è adoperato per fronteggiarli in maniera adeguata.
Io stesso ho denunciato ripetutamente questi rischi. Ma, prima ancora, mi ero preoccupato di adottare una strategia di prevenzione e contrasto, assicurando le risorse necessarie.
Il provvedimento di espulsione, cui accenna l’onorevole collega, è uno degli elementi fondamentali di questa strategia e viene usato con crescente efficacia, nel rigoroso rispetto delle leggi sull’immigrazione e delle convenzioni internazionali.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’espulsione fa parte di un articolato dispositivo di sicurezza rivolto, nel suo insieme, contro gli esiti più gravi della immigrazione clandestina e cioè il lavoro nero, la prostituzione, la violenza, la criminalità.
Il sistema sta funzionando, come dimostrano i risultati, e perciò non sembra opportuno sottoporlo a sterzate improvvise, neppure di fronte a fatti gravissimi come l’omicidio di Varese e gli stupri di Milano e Bologna; fatti, per altro, immediatamente puniti, a conferma dell’efficienza dei dispositivi di sicurezza.
Questi dispositivi vengono continuamente adeguati all’evolversi del rischio e perciò sono sempre possibili significative innovazioni.
L’equivalenza tra immigrazione clandestina e criminalità non ha fondamento e non può avere ascolto in un Paese civile come il nostro.
Ma sia chiaro a tutti che in Italia si può immigrare solo alle condizioni stabilite dalle norme interne e internazionali: chi intende violarle deve sapere che, prima o poi, verrà raggiunto dalla forza dello Stato.
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