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Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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30.06.2011

Accesso al Pubblico Impiego: A seguito dell’intervento del Difensore Civico della Regione Emilia Romagna, un’Azienda Pubblica per i Servizi alla Persona di Bologna riapre i termini di avvisi di selezione ammettendo anche i cittadini stranieri

 
Nell’intervento del Difensore Civico dell’Emilia – Romagna richiamate le norme europee a tutela dei familiari di cittadini UE, nonché la giurisprudenza favorevole all’accesso degli stranieri al pubblico impiego.
 
La risposta dell'ASP "Poveri vergognosi" di Bologna alla lettera del Difensore civico dell'E.R. (30.82 KB)
La lettera del Difensore Civico della Regione Emilia- Romagna sugli avvisi di selezione dell'ASP di Bologna (287.73 KB)
 

Con lettera datata 29 giugno 2011, l'Azienda Pubblica di Servizi alla Persona "Poveri Vergognosi" di Bologna ha comunicato al Difensore Civico della Regione Emilia-Romagna che provvederà a riaprire i termini dei tre avvisi di selezione per il conferimento di incarichi professionali per  diversi profili di psicologo, con la previsione della possibilità di accesso dei cittadini stranieri di Paesi terzi non membri dell'UE familiari di cittadini italiani o di Paesi membri UE, così come dei cittadini stranieri di Paesi terzi non membri UE in generale, regolarmente soggiornanti in Italia.

La questione è sorta dopo che i tre avvisi di selezione  erano stati inizialmente diramati l'8 giugno scorso,  prevedendo tra i requisiti per la partecipazione la cittadinanza italiana ovvero di uno Stato membro dell'Unione Europea, con la conseguente esclusione dei cittadini di Paesi terzi non membri UE.

Il Difensore Civico della Regione Emilia Romagna, con lettera dd. 27 giugno scorso, indirizzata al Presidente dell'ASP, aveva preso posizione contro l'esclusione dalla selezione dei cittadini extracomunitari.

Nella missiva, il Difensore Civico dell'Emilia Romagna ha ricordato innanzitutto come sono in vigore nell'ordinamento italiano specifiche disposizioni riguardanti il diritto dei familiari di cittadini dell'UE che hanno esercitato il diritto alla libera circolazione di accedere  a qualsiasi attività economica subordinato a autonoma, che non sia riservata ai cittadini italiani in virtù di disposizioni di legge  conformi ai Trattati dell'UE. Tali disposizioni, contenute nella normativa di recepimento della direttiva europea in materia di libera circolazione (d.lgs. n. 30/2007 attuativo della direttiva n. 2004/38/CE), pertanto conferiscono ai cittadini extracomunitari, familiari dei cittadini di Stati membri dell'UE o di cittadini italiani, il diritto ad accedere alle posizioni di impiego pubblico in condizioni di parità con i cittadini dell'UE, con la sola esclusione dunque di quelle posizioni lavorative che implichino l'esercizio di pubblici poteri, e che, pertanto, sono riservate unicamente ai cittadini italiani (D.P.C.M. n. 174/94).

Con riguardo alle altre categorie di cittadini stranieri extracomunitari, il Difensore Civico della Regione Emilia-Romagna, ha ricordato come sia ormai prevalente nella giurisprudenza e nella dottrina un orientamento favorevole al loro accesso ai ruoli di pubblico impiego, al pari di quanto previsto per i cittadini UE, in ragione principalmente del principio di parità di trattamento tra lavoratori migranti e nazionali di cui alla Convenzione OIL n. 143/1975, richiamata dall'art. 2 c. 3 del d.lgs. n. 286/98. Il Difensore Civico dell'Emilia Romagna ha ricordato, infatti, anche la recente presa di posizione favorevole dell'UNAR riferita ad un bando di concorso per infermieri professionali indetto dall'A.S.S. n. 1-Triestina (si veda in proposito la pagina web: http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=1649&l=it). Ugualmente ha ricordato come la stessa Corte Costituzionale, con l'ordinanza 15 aprile 2011, ha sembrato propendere per l'indirizzo favorevole assunto dall'UNAR e dai Tribunali di merito, ritenendo  che la questione sottopostagli dal giudice di Rimini doveva essere dichiarata inammissibile in quanto la soluzione favorevole all'accesso degli stranieri era  "già ritenuta dal remittente come preferibile e costituzionalmente adeguata, nonché già applicata dal medesimo Tribunale (e dal medesimo giudice)".

Tutti i rilievi mossi dal Difensore Civico della Regione Emilia - Romagna hanno trovato quindi accoglimento, determinando il mutamento dell'orientamento da parte dell'Azienda Pubblica di Servizi alla Persona di Bologna.

A cura del servizio di supporto giuridico contro le discriminazioni etnico-razziali e religiose. Progetto ASGI con il sostegno finanziario della Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne  ONLUS.

 
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