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Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
 
 
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12.12.2012

Pubblicato sulla G.U. il decreto-legge ‘salva infrazioni’: Nessuna norma sull’accesso degli stranieri di Paesi terzi al Pubblico impiego

 
Smentite le anticipazioni basate sullo schema di decreto che era circolato la scorsa settimana.
 
Il testo del D.L. n. 216/2012 dd. 11.12.2012 (G.U. n. 288 dd. 11.12.2012) (122.71 KB)
Lo schema di D.L. "salva-infrazioni" (seduta C.d.M. 06.12.2012, fonti di stampa) (535.04 KB)
 

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (n. 288 dd. 11.12.2012) il testo del D.L. 11.12.2012, n. 216 (“Disposizioni urgenti volte a evitare l’applicazione di sanzioni dell’Unione europea”). Nonostante le anticipazioni che erano circolate la scorsa settimana, e che erano fondate sullo schema di decreto-legge che sarebbe stato presentato in Consiglio dei Ministri nella seduta n. 57 dd. 6 dicembre scorso, il testo definitivo varato dal Governo e firmato dal Presidente della Repubblica non contiene alcuna disposizione intesa a modificare la normativa sul Pubblico Impiego nella direzione di prevedere espressamente il diritto di accedere ai concorsi per l’accesso alla funzione pubblica di determinate categorie di stranieri di Paesi terzi ‘protetti’ dal diritto dell’Unione europea, ovvero i lungo soggiornanti, i rifugiati e titolari di protezione sussidiaria e i famiglia di cittadini dell’Unione europea.

Lo schema di decreto-legge che sarebbe stato presentato al Consiglio dei Ministri nella seduta dd. 6 dicembre scorso, all’art. 8 prevedeva infatti la modifica dell’art. 38 del d.lgs. n. 165/200, stabilendo esplicitamente l’accesso agli impieghi presso le Pubbliche amministrazioni  dei cittadini di Paesi terzi familiari di cittadini dell’Unione europea e titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, dei cittadini di Paesi terzi lungo soggiornanti e quindi titolari del permesso di soggiorno di cui all’art. 9 d.lgs. n. 286/98 (direttiva n. 109/2003/CE),  dei rifugiati politici, nonché prevedeva la modifica dell’art. 25 c. 2 d.lgs. n. 251/2007 di recepimento della direttiva europea n. 83/2004 nella direzione di disporre l’accesso all’impiego presso le Pubbliche amministrazioni anche dei titolari di protezione sussidiaria. Questo in ragione anche delle osservazioni rivolte alle autorità italiane dalla Commissione europea nell’ambito dei procedimenti preliminari di infrazione EU Pilot 1769/11/JUST e 2368/11/HOME, i quali hanno avuto con ogni probabilità origine dall’esposto inoltrato dall’ASGI alla Commissione europea in data 31.10.2009 e dall’interrogazione proposta dalla Parlamentare europea Debora Serracchiani, alla quale aveva risposto in forma scritta la  Commissaria europea Ms. Malmström il 26 marzo 2010 (doc. n. E-6422/09EN, disponibile al link: http://www.europarl.europa.eu/plenary/en/parliamentary-questions.html#sidesForm e trascritto in lingua italiana al link: http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=911&l=it ).

L’ASGI esprime profonda delusione per la scelta del Governo di aver voluto stralciare questa questione nel varo del testo definitivo del decreto-legge. L’ ASGI proseguirà la sua battaglia in favore dell’eliminazione della discriminazione degli stranieri di Paesi terzi dall’accesso all’impiego pubblico anche promuovendo nuove apposite azioni giudiziarie anti-discriminazione. L’ASGI sottolinea infatti come la giurisprudenza di merito abbia sinora in larga maggioranza riconosciuto tale diritto sulla base del principio di parità di trattamento in materia di occupazione di cui all’art. 2 c. 3 del T.U. immigrazione e al riferimento alla Convenzione OIL n. 143/75, quale norma di diritto internazionale pattizio, avente valore sovraordinato rispetto alle norme interne non conformi e dunque parametro interposto di legittimità costituzionale delle norme interne ovvero fondamento per un ‘interpretazione costituzionalmente orientata delle medesime.  

La decisione del Governo di rinunciare a portare in aula  la questione dell’accesso all’impiego pubblico di talune categorie di stranieri di Paesi terzi  è con ogni probabilità legata all’anticipata chiusura della legislatura per il ritiro del sostegno parlamentare del PDL al Governo, per cui appare anche possibile che il testo del D.L. possa essere trasformato in emendamento alla legge di stabilità che dovrebbe essere definitivamente varata prima delle festività natalizie, perchè altrimenti, con ogni probabilità il decreto-legge non riuscirebbe ad essere convertito.

Nelle settimane scorse anche l’UNAR (Ufficio Nazionale Anti-Discriminazioni Razziali) aveva auspicato che il decreto “salva-infrazioni” potesse contenere norme volte ad estendere espressamente anche ai cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti in Italia l’accesso all’impiego pubblico (si veda in proposito al link:  http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2468&l=it).

Il testo definitivo del D.L. “salva-infrazioni” pubblicato sulla G.U. 11.12.2012 ed entrato in vigore oggi non contiene ulteriori importanti modifiche in materia di libera circolazione dei cittadini UE e loro familiari, di riconoscimento delle esperienze lavorative pregresse negli altri Stati membri dei cittadini UE che accedono all’impiego pubblico e di organizzazione delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, che invece erano state anticipate e contenute nello schema di decreto che sarebbe stato presentato al Consiglio dei Ministri lo scorso 6 dicembre (si veda agli artt. 1, 2 e 36 dello schema di decreto).

A cura del servizio antidiscriminazioni dell’ASGI. Progetto con il sostegno finanziario della Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne ONLUS.

 

 

 
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